MALEDETTA BANDELLETTA

di Francesca Cantaluppi

infermiera presso ASST LARIANA-SANT'ANNA di Como in Medicina d'Urgenza ed Osservazione del Pronto Soccorso

Specializzata in Medicina di Montagna presso l'Università di Padova
 
Foto di Roberto Roux - Tor des Géants 2018
 

Infida e subdola talvolta, proprio quando ti senti al top della preparazione atletica, eccola bussare alla porta. OPS… Ginocchio… MALEDETTA BANDELLETTA!

 

La SINDROME DELLA BANDELLETTA ILEO-TIBIALE (ITBS), nota anche come “ginocchio del corridore”, colpisce in primis podisti, trail-runners e ciclisti. La ITBS è la lesione più comune del lato laterale del ginocchio, con un'incidenza stimata tra il 5% e il 14% ed una prevalenza nel sesso femminile e nei soggetti in sovrappeso. Dati che saranno destinati a subire un incremento sicché la popolarità della corsa è in crescita: il continuo aumento delle competizioni ed a volte i messaggi scorretti delle informazioni sportive, hanno come effetto boomerang l’aumento della frequenza delle patologie da sovraccarico (tendiniti, fratture da stress e patologie a carico delle articolazioni o tallone).

La prima descrizione risale a metà degli anni ‘70. È una sindrome infiammatoria che interessa sia lo sportivo amatoriale che occasionale, ma con più frequenza l’atleta agonista in cui gli arti inferiori vengono maggiormente sollecitati; spesso il fattore scatenante consiste in un errore nell'allenamento come un eccessivo aumento della durata, dell’intensità delle sedute e del chilometraggio settimanale - anche a livello qualitativo -. È un processo che colpisce un tendine comune di due muscoli, il GRANDE GLUTEO e il MUSCOLO TENSORE della fascia lata o femorale e s’inserisce sulla tibia. La funzione principale di questo tendine è di rendere stabile il ginocchio. L’infiammazione è quindi provocata da un attrito meccanico. L’overuse, il gesto atletico reiterato, di flesso-estensione del ginocchio determina microlesioni delle fibre collagene-tendinee e l’insorgenza di una borsite.

Possono esserci condizioni predisponenti come la corsa su terreni troppo duri o accidentati, deviazioni assiali del ginocchio – con intrarotazione –, un’eccessiva pronazione o pregresse fratture. Gli studi sulle cause dell'ITBS nei corridori forniscono prove limitate e non è chiaro se la debolezza dell'abduttore dell'anca abbia un ruolo importante.

Il DOLORE è localizzato nel ginocchio e può irradiarsi alla regione esterna della coscia e, a volte, sulla gamba. Si tratta di un dolore acuto, intenso che potrebbe impedire anche il cammino. L’insorgenza è però ingannevole: nei primi giorni il dolore sarà lieve ed intermittente in concomitanza di riposo/sforzo e magari svanirà a corpo riscaldato e riapparirà con inclinazione del ginocchio a 30°, fino alla sensazione di avere un blocco dell’intero comparto. Ecco perchè la diagnosi può essere tardiva.

Il TRATTAMENTO della patologia consiste in riposo, crioterapia (ghiaccio), terapia medica/ortopedica; diventa più complesso quando la patologia tende a cronicizzare - nonostante la cura sia la stessa.

Per la PREVENZIONE (sia fisica che ambientale) bisognerà prestare attenzione ai percorsi su terreni sconnessi o esclusivamente su terreni duri come l’asfalto in quanto può peggiorare “l’appoggio” del piede; così come la corsa collinare perchè aumenta la flessione del ginocchio (soprattutto in discesa); indossare calzature idonee in grado di ammortizzare l’impatto. Fondamentale sarà poi lo stretching mirato sui due muscoli implicati e dovrà consistere in vere e proprie sedute (così come si progetta un allenamento).

Nel RECUPERO al fine di ridurre le sollecitazioni si può utilizzare una fascia di compressione. I corridori dovrebbero beneficiare di un programma di allenamento idoneo comprensivo di esercizi per stabilizzare bacino ed anca e correggere i fattori di rischio biomeccanici.

 

Un piede avanti l’altro, un passo alla volta, non ha importanza quante volte cadi, quello che è importante e che ti rialzi una volta in più…

(Frederich Nietzsche)