Transgrancanaria 2019

La Transgracanaria è stata la protagonista assoluta di un lungo week end, ventesima edizione per questa gara che si corre a Gran Canaria (isola delle Canarie), terza prova dell’Ultra-Trail® World Tour, con 4000 iscritti, dei quali 1808 stranieri.

Mercoledì il via della Trans 360° della gara più dura, con i suoi 264 km e 13260 m+. La vittoria è andata all’italiano di Francia Luca Papi, che dopo aver concluso secondo e terzo negli anni precedenti, è riuscito nell’impresa chiudendo in 50:14:13, secondo posto per lo spagnolo Eugeni Roselló Solé (53:09:33), terzo l’altro spagnolo Galvan Siverio (54:45:10). Papi dopo aver recuperato qualche ora è partito per la 128 km, pazzo scatenato!
Tra le donne vittoria iberica, ha dominato
Esther Hernández Pereira in 69:11:47.

Venerdì alle 9 a El Garañón prendeva il via la Marathon, 42 km e 1000 m+, un percorso con molta più discesa che salita. Podio tutto spagnolo, in campo maschile la vittoria è andata a Pablo Villalobos Bazaga in 2:56:25, seconda posizione occupata da Antonio Martínez Pérez (2:59:07), completava il podio Borja Fernandez in 3:01:05. Tra le donne si è imposta la polacca Katarzyna Solinska (3:42:30), che ha preceduto l’iberica Marta Molist (3:44:49) e la tedesca Kerstin Engelmann-Pilger 3:47:11. Ma due italiani hanno tenuto alti i nostri colori, Stefano Rinaldi autore di un rocambolesco settimo posto e Riccardo Borgialli quattordicesimo.
Li abbiamo sentiti subito dopo la gara.

Stefano “Son partito forte, fino al 27 km ero nelle prime posizioni, stavo bene, poi in discesa sono volato, ho picchiato entrambe le ginocchia, ho pensato anche di fermarmi. Sono ripartito, credo fossi nono, pian piano mi sentivo meglio e ho fatto un gran recupero dentro a un canyon eterno con 30°, sino ad essere quarto, poi a poco più di un kilometro dall’arrivo, in un canale di scolo dell’acqua mi son perso, non vedevo più bandierine e non sapevo dov’ero. Ho chiamato al cell chi era all’arrivo e gli ho detto di mandarmi le coordinate, così sono arrivato al traguardo con il cellulare in mano in settima posizione”.

Riki “Sono molto soddisfatto, arrivavo con tante incognite, l’operazione che ho avuto, il recupero lento, una ricaduta, tanto che una settimana fa non pensavo neanche di poter correre. E’ andata benissimo, non ho avuto dolori al ginocchio operato e ho potuto correre a ritmo costante al massimo delle mie attuali possibilità, all’ultimo km ho sbagliato come Stefano, avrò perso però solo 2/3 minuti, perché il giorno prima ero stato in zona arrivo e quindi sono stato in grado di orientarmi e mi hanno superato solo 2/3 persone.
Al di là dell’episodio che può capitare, sono contento e ora si prosegue la preparazione verso il Mont Ventoux, prova generale per la Maremontana!”

Sentito anche Davide Cheraz, che si è ritirato “Stavo facendo veramente fatica, anche in discesa, il caldo non mi ha aiutato, avevo anche poco allenamento sui sentieri e così ho mollato, ma nessun infortunio per fortuna”.

 

ROQUE

 

Venerdì sera alle 23 è partita la gara clou, la Transgrancanaria, 128 km e 7500 m+, percorso che attraversa l’isola da nord a sud, icona della prova il Roque Nublo.
Dopo 51 km al comando si trovava lo spagnolo
Pau Capell, seguito a 5’ dallo yankee Hayden Hawks, terzo Pablo Villa, quarti Cristofer Clemente e Julien Chorier. La salita al Roque Nublo e la discesa a Garañón sono state decisive per l’esito finale, Pau Capell s’involava e Hawks esplodeva con conseguente ritiro.
Podio tutto iberico, vittoria dunque per Pau Capell in 12:42:40, triplete per lui! Secondo gradino del podio per Pablo Villa (13:31:37) e terzo per il canario Cristofer Clemente in 13:42:54, quarto il francese Julien Chorier.

Tra le donne nella prima parte la cinese Miao Yao ha dettato il ritmo con la polacca Magdalena Laczak a inseguire, la cinese si ritirava poi a Tejeda al 75 km, lasciando la vittoria alla polacca, già vincitrice l’anno scorso, 16:22:56 per lei. Completavano il podio la statunitense Kaytlyn Gerbin (16:35:08) e la brasiliana Fernanda Maciel (17:03:33).

Tra gli italiani al via c’erano gli amici Andrea Macchi e Fabio Di Giacomo che potevano fare molto bene. Macchi dopo esser transitato terzo al primo check point, accusava prima problemi ai bicipiti femorali e poi problemi di stomaco che lo costringevano a fermarsi, mentre per Di Giacomo, dopo una bella partenza, una brutta distorsione fermava la sua corsa.

Alle nove di sabato partiva la Advanced 65 km e 2660 m+, ancora una vittoria spagnola con il catalano Ivan Camps in 5:53:10, seguito dallo slovacco Martin Halasz (5:59:54) e dall’altro spagnolo Jesus Gil Garcia (6:14:33). Buon tredicesimo posto per Donatello Rota che a tratti è entrato anche nella top ten.
In campo femminile il primo posto è stato occupato dalla russa
Irina Raczynska (7:17:29), seguita dalla belga che vive alle Canarie Dominique Van Mechgelen (7:29:01) e dalla locale María José Guillén Naranjo (7:42:22). Buon decimo posto per la nostra Cinzia Bertasa.

Nella Starter, gara di 30 km e 688 m+, grande prova del nostro Gabriele Bacchion che chiudeva secondo a soli 45” dal vincitore, il finlandese Marten Boström.

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