È ormai assodato che i bastoncini possano rappresentare un aiuto concreto, a volte inestimabile, durante le gare in cui si debbano affrontare dislivelli importanti.
Come abbiamo avuto modo di approfondire con il primo articolo di Giorgio Garello di questa serie dedicata all’utilizzo dei bastoncini nella pratica del trail running, il presupposto fondamentale rimane sempre lo stesso: i bastoncini è fondamentale saperli utilizzare correttamente, altrimenti rappresentano soltanto un ulteriore dispendio di energie e possono addirittura diventare d’intralcio per l’utente inesperto. Fatta salva questa importante premessa, tuttavia, possiamo dedicarci alle buone notizie: imparare ad usare i bastoncini in modo efficiente è facile e divertente! È sempre più semplice reperire dei buoni prodotti a prezzi interessanti grazie ad un mercato ampio e diversificato, con soluzioni per tutti i gusti e le tutte le tasche. “Sì, ma come si sceglie il tipo giusto di bastoncini?”, vi starete chiedendo. Con l’articolo di oggi proviamo a fare un po’ di chiarezza sulle tipologie di bastoncini presenti sul mercato e sulla loro destinazione d’uso.
Modelli a lunga fissa
Il mondo dei bastoncini si divide in due: i modelli a lunghezza fissa e quelli a lunghezza variabile. I primi, come dice anche il nome, presentano una dimensione fissa, per cui vanno scelti della lunghezza corretta rispetto alla nostra fisionomia (la regola del braccio piegato a 90° mentre si impugna il bastoncino puntato a terra è sempre valida). All’interno di questa grande famiglia, abbiamo i modelli fissi, di derivazione prettamente sciistica, sempre più spesso realizzati in fibra di carbonio per minimizzarne il peso e ottimizzare l’assorbimento delle vibrazioni.
La Sportiva Vertical Poles
Ideali per i vertical, sono sovente i modelli tecnologicamente più avanzati, quelli col rapporto peso/lunghezza migliore e, in generale, più sbilanciati verso la performance pura. Per contro, sono più difficili da trasportare, essendo a struttura fissa è più complicato fissarli allo zaino in maniera efficiente e sovente si finisce per tenerli semplicemente in mano nei tratti in cui non li si usa.
Negli ultimi anni, hanno invece guadagnato sempre più attenzione i cosiddetti modelli “a sonda”, ovvero quei bastoncini che riprendono la struttura delle sonde da scialpinismo, utilizzate per la ricerca dei dispersi sotto le valanghe. Fondamentalmente, la struttura di questi modelli è molto semplice: ci sono tre, o quattro, sezioni cave di tubo collegate da un cordino interno, che una volta messo in tensione tiene incastrati vari moduli, ricomponendo il bastoncino. Questa è forse la sezione con il maggior tasso d’innovazione e ricerca, con soluzioni tecniche davvero ingegnose che hanno decretato il successo di alcuni modelli ormai diventati storici. È il caso del Distance Carbon Z Pole di Black Diamond, che abbiamo visto impugnato dai più grandi trail runner del mondo nelle grandi ultra degli ultimi anni. Struttura in carbonio a tre sezioni, meccanismo di bloccaggio semplice ed intuitivo, leggerezza al top e grande resa sul sentiero grazie ad una manopola particolarmente confortevole. Non è certo l’unico, però: CAMP è stata una delle prime aziende a credere in questo tipo di bastoncini, con il suo Xenon 4 mentre Leki ha fatto del perfezionamento e dell’eccellenza pura una vera e propria bandiera, in pieno spirito austriaco, realizzando una collezione di modelli a sonda semplicemente incredibile.
Masters Trecime Fix
Black Diamond Distance Carbon Z
CAMP Xenon 4
Leki Micro Trail Pro
Modelli a lunghezza variabile
Voi quando usate i bastoncini? Solo in salita o anche in discesa? Li dedicate alle sole gare di trail o vi piace utilizzarli anche per il trekking o l’alpinismo? Ecco che entra in gioco un altro fattore di valutazione importante: la versatilità. Se abbiamo bisogno di un bastoncino in grado di adattarsi ad utilizzi diversi, che possa aiutarci durante le salite ma che sia d’aiuto anche durante le discese, allora la possibilità di allungare ed accorciare la lunghezza del bastoncino all’occorrenza diventa fondamentale. Abbiamo quindi modelli di origine prettamente escursionistica, a due o tre sezioni con sistema di bloccaggio ad avvitamento, comodi da trasportare ma tendenzialmente pesanti e tendenti ad avere problemi di manutenzione a causa della polvere e dello sporco che tendono a rendere l’avvitamento sempre più difficoltoso, col passare del tempo.
Fizan Trail Essential
Ci sono però, anche in questa sezione, bastoncini che potremmo definire “ibridi”, che adottano soluzioni tecniche interessanti per ottimizzare peso e occupazione degli spazi senza compromettere la loro versatilità: parliamo dei modelli a sonda con regolazione “a gancio”, ovvero con una leva semicircolare che permette alla sezione superiore di scorrere per una lunghezza solitamente intorno ai 10-15 cm, sufficienti a regolare il bastoncino in assetto salita o discesa. Questi modelli sono particolarmente utili per i trailer che vogliono avere un buon modello leggero, da utilizzare sia in salita sia in discesa, che si possa anche fissare allo zaino per essere trasportato lasciando le mani libere.
CAMP Sky Carbon
Dynafit Ultra Pole
Un’ultima nota riguardo all’impugnatura: quasi tutti i bastoncini vengono proposti con il classico lacciolo su cui appoggiare il polso, facendo forza in fase di spinta, ma ci sono sempre più alternative di ispirazione “nordic walking”, che fanno uso del guantino con anello di fissaggio per poter movimentare il bastoncino anche a mano aperta nella fase di spinta frontale, prima di caricare il peso. Questa soluzione, che di solito o la si ama o non la si sopporta, è sempre più diffusa perché permette di mettere e togliere il bastoncino molto rapidamente grazie agli efficaci sistemi di sblocco rapido, rendendo inoltre l’utilizzo complessivamente meno faticoso per la mano. Altro dettaglio importante è rappresentato dal disegno e dal materiale con cui è realizzata la manopola, è frequente trovarne di molto lunghe che scendono fino quasi a metà bastoncino per facilitare la presa nelle sezioni di salita più ripida. Il materiale con cui è realizzata l’impugnatura, di norma poliuretano e più di rado sughero naturale, fa poi un’enorme differenza nella resa sulle lunghe distanze in termini di affaticamento e di abrasione. Sono tutti elementi importanti di cui tenere conto durante la nostra scelta del bastoncino da utilizzare per le nostre uscite in montagna: nella prossima puntata, proveremo a mettere insieme un po’ di elementi, tracciando qualche linea guida da usare come riferimento per la scelta e il trasporto dei bastoncini, soprattutto per quanto riguarda le gare.