Tutto è pronto, per le vie di Cortina: l’arco della partenza (e dell’arrivo) campeggia maestoso nella piazza centrale, la città si è tirata a lucido e da domani cominceranno ad arrivare i primi concorrenti.
Per adesso, il sole splende e il cielo è azzurro, ma la situazione meteorologica è in continua evoluzione e, dati dell’ARPA alla mano, dobbiamo prendere in considerazione qualche bel temporale dolomitico e, cosa più importante, un brusco abbassamento delle temperature, previsto proprio per il weekend.
Facciamo allora un rapido ripasso della lista del materiale obbligatorio e vediamo insieme cosa mettere nello zaino per affrontare i 120 km e i 5700 m D+ della Lavaredo Ultra Trail.
- camelbag o portaborracce che contenga almeno un litro di liquidi
- telo di sopravvivenza
- fischietto
- telefono cellulare acceso ma con suoneria disattivata
- giacca impermeabile con cappuccio incorporato e realizzata con membrana tipo Goretex, minimo 10.000 Schmerber
- maglia a maniche lunghe
- pantaloni lunghi o che coprano almeno il ginocchio
- cappello o bandana
- guanti
- lampada frontale con pile di ricambio
- tazza, bicchiere o borraccia (nessun bicchiere ai ristori)
Partiamo dallo zaino, tanto per cominciare. Se vi piace viaggiare leggeri, potete far stare tutto il necessario comodamente in uno zaino da 5 litri di capienza, e in ogni caso non andrei oltre i 12, più che sufficienti anche per contenere eventuali cambi e indumenti aggiuntivi in abbondanza. Per quelli che vogliono minimizzare peso e ingombro generali, ci sono diverse alternative: il Salomon S/Lab Sense Ultra, in versione da 5 e 8 litri, l’Ultimate Direction Ultra Vest 4.0, il Camelback Ultra Pro Vest per gli amanti dei modelli “vest”, mentre per i trailer affezionati ai modelli più tradizionali c’è l’intramontabile Ultra Vest Olmo 5L di Raidlight. Se invece vi piace portarvi dietro un po’ di materiale in più e volete uno zaino da una decina di litri, un’ottima alternativa è rappresentata dallo Skin Pro 10 Set di Salomon e dal Mountain Vest 4.0 di Ultimate Direction. In entrambi i casi, parliamo di zaini solidi e capienti, con degli ottimi sistemi di trasporto del materiale e dei bastoncini.
Siccome una buona parte del materiale obbligatorio lo indosseremo già alla partenza, vediamo come possiamo vestirci per affrontare la prima notte di LUT, che si preannuncia anche molto fredda, con temperature prossime allo zero intorno ai 2000 metri. Sarà fondamentale partire con un buon intimo a manica lunga a portata di mano, da indossare appena il freddo comincerà a farsi sentire. Personalmente, opterei per una t-shirt e un paio di manicotti, ai quali aggiungere lo strato più caldo non appena necessario. Come pantaloni, opterei comunque per un paio di shorts corti sopra il ginocchio a meno di temperature davvero proibitive già in partenza: in questo caso, davvero eccezionale, andrebbe preso in considerazione un pantalone lungo. Diversamente, meglio partire più leggeri e avere uno strato da aggiungere all’occorrenza. Un consiglio che mi sento di darvi è di scegliere un pantaloncino con un buon set di tasche in vita, sono utilissime avere sempre a portata di mano gel e barrette e possono contenere anche piccoli oggetti che ci fa comodo avere a portata di mano. Per essere a posto col regolamento e, contemporaneamente, predisporsi ad affrontare eventuali condizioni meteo davvero difficili, invece di un semplice pantalone lungo potreste mettere nello zaino direttamente un sovrapantalone impermeabile: vi salverà in caso di vento forte e pioggia intensa, pesa decisamente meno di un qualunque collant da corsa ed è notevolmente più compatto. Inoltre, è veloce da indossare e si toglie in un attimo.
Ph. Jordi Saragossa
Diamo uno sguardo all’intimo termico e alla giacca. Le maglie a manica lunga in tessuto sintetico non mancano, sul mercato, per cui scegliete in base ai vostri gusti e al vostro portafogli. In linea di massima, io andrei sul peso e le caratteristiche della La Sportiva Troposphere (elasticizzata, vestibilità attillata) o di un Capilene Midweight di Patagonia, visto il freddo previsto di notte sui passaggi in quota. Qualche grammo in più ma tanta sofferenza e tante calorie risparmiate. Per quanto riguarda la giacca, andrei su un modello mediamente protettivo, visto che non sono previste perturbazioni particolarmente intense e dovremo, tutt’al più, fare i conti con qualche piovasco. Una buona scelta potrebbe essere rappresentata dalla Hail di La Spotiva, dalla Bonatti Pro di Salomon o dalla Minimus Stretch di Montane, tutte giacche confortevoli e protettive ma molto leggere. Se siete particolarmente freddolosi e siete preoccupati di non avere abbastanza protezione, non esitate e infilate nello zaino un bel Gore-Tex Active: ce ne sono a bizzeffe sul mercato, praticamente ogni brand ne propone un modello, non avrete difficoltà a trovare quello che fa per voi. Dobbiamo poi mettere in conto un Buff (meglio due) e un paio di guanti, per non farci cogliere di sorpresa quando le temperature scenderanno. Una buona alternativa per non disperdere troppo calore corporeo potrebbe essere quella di utilizzare un paio di cosciali e uno di gambaletti compressivi, Compressport propone una gamma di prodotti molto interessanti in questo senso e c’è addirittura la linea firmata “Lavaredo Ultra Trail”.
Una rapida carrellata sugli accessori: dobbiamo stare in giro per sentieri almeno una notte, se non addirittura due, per cui è più importante che mai dotarci di una buona lampada frontale. Personalmente, vi consiglio di non scendere al di sotto dei 300 lumen: avere un buon fascio luminoso a disposizione significa risparmiare preziose energie mentali e ridurre sensibilmente la sensazione di affaticamento durante le ore di buio. La Petzl Nao e la Petzl Myo sono modelli noti e affidabili, ma anche Black Diamond ha delle ottime proposte come la Storm e la Icon. Non dimentichiamoci di Led Lenser (per esempio H14R.2), magari meno nota in Italia, ma che ha prodotti eccellenti per qualità dei materiali e prestazioni.
Un dettaglio da non trascurare: alla LUT non ci sono bicchieri ai ristori, per cui dotatevi di qualcosa di comodo con cui bere. Le alternative tecnologiche non mancano, ma io sono affezionato al cartoncino del succo di frutta, svuotato, aperto e ripiegato su se stesso: massimo risultato con una spesa di pochi centesimi, ogni volta che lo uso ringrazio Enrico Pollini per questa piccola ma ingegnosa invenzione.
Ultimo capitolo: le scarpe. Alla LUT non si scherza, ci aspettano 120 chilometri di pietre. Anche sui tratti più corribili i nostri piedi verranno messi a dura prova, questo va messo in conto. Io consiglio una scarpa adatta a terreno scorrevole, con cui si corra bene, da sfruttare nelle lunghe discese veloci in cui un buon passo ci farà guadagnare posizioni, senza rinunciare ad una buona ammortizzazione e ad un rockplate ben protettivo. Qui ognuno ha i suoi gusti ma, come nel caso degli zaini, vi faccio qualche proposta differenziata per tipologia di utenza: il minimalista che vuole una scarpa veloce e agile potrà andare su una Salomon Sense Ultra o sulla nuova S/Lab Ultra, sulla SCARPA Spin RS o sulla Saucony Peregrine 8. Tutte scarpe leggere, veloci, cattive quanto basta sul terreno tecnico con un’ottima resa sui tratti più filanti. Se invece vi piacciono i modelli più ammortizzati/carrozzati potete optare per una New Balance Hierro V3 o una La Sportiva Akasha e SCARPA Neutron 2 faranno al caso vostro: ottime su qualunque sentiero di montagna, sono ben ammortizzate e protettive quanto basta per affrontare tutto il percorso della LUT preservando i vostri piedi. Non siete convinti? Volete ancora qualcosa di diverso? Bene, allora Hoka One One Speedgoat 2 e Speed Instinct 2 sono i vostri jolly: leggerissima e iperammortizzata la prima, con una suola Vibram Megagrip che ha conquistato tutti i suoi utenti (compreso il sottoscritto), scattante e agile la seconda, una vera macchina da guerra quando c’è da correre tanto e veloce.