La presentazione della nuova versione trail della Pegasus a Barcellona, è stata l'occasione per Nike per ribadire quanto il mercato off-road sia oggetto di interesse per la casa di Portland.
La pluridecorata scarpa, che nella declinazione stradale è oramai alla versione 36 (in uscita a giugno), ritorna dopo parecchi anni anche nella versione trail: pur riprendendo forma, fit e caratteristiche generali della sorella stradale, nella Pegasus trail sono stati presi alcuni accorgimenti importanti.
La scarpa fa parte della collezione più “spinta”, quindi è evidente la sua attitudine corsaiola, che non viene in alcun modo compromessa dalle modifiche fatte. Il mesh della tomaia è ovviamente più resistente della versione stradale, ma particolare attenzione è stata messa nella traspirabilità. Un overlap è stato inserito sulle zone più soggette ad usura, tra cui il puntale, il tallone e la parte mediana dell'avampiede. L'inserto Zoom Air, inoltre, è stato diviso in due per dare una maggiore stabilità laterale in fase di torsione.
Vista l'intersuola abbastanza importante, non è stato inserito un rockplate, ed è stato mantenuto il drop della Pegasus su strada, ovvero 10 mm.
La vera novità, è nella suola, che ha una struttura con tasselli meno alti e che offrono una superficie più ampia al terreno, rendendo la corsa confortevole anche su stradoni sterrati e terreni scorrevoli. La mescola è la stessa delle scarpe stradali.
Dalla Torre de Collserola abbiamo avuto la possibilità di provare la scarpa sui sentieri del Tibidabo.
Come si è comportata?
La calzata è estremamente comoda, è stata posta parecchia attenzione nella parte posteriore adattando la collaretta, e l'insieme intersuola e soletta rende la scarpa subito confortevole. Ottima la linguetta, sottile ma non minimale. L'allacciatura corta permette comunque una regolazione eccellente, ed una volta messa in moto la scarpa si rivela reattiva.
Sui sentieri tecnici del Tibidabo, e sotto una pioggia incessante, abbiamo subito messo alla prova la tenuta, ed è stata la caratteristica che più mi ha stupito. Sia in discesa su rocce e fango che in salita, la scarpa ha reagito bene. La forma affusolata la rende precisa e la tenuta nella parte mediana aiuta a dare una sensazione di sicurezza. Ma è sul corribile che la Pegasus Trail si trova davvero a proprio agio. Non si sente la mancanza del rockplate, perché il piede è ben protetto, e la scarpa è comunque molto bassa e stabile nonostante il drop 10 mm.
A chi si rivolge?
Ha un potenziale pubblico molto ampio, perché riprende un po' la versatilità della Pegasus da strada. Potrebbe essere un'ottima prima scarpa da trail per chi si avvicina alla disciplina, ma il suo spirito corsaiolo la rende appettibile anche ai runner evoluti. Per caratteristiche di suola e tomaia, è una perfetta scarpa door-to-trail, in quanto non patisce tratti asfaltati o sterratoni duri. Andrà messa alla prova su sentieri molto tecnici e rocciosi: se giugno darà una tregua a questo maltempo, vedremo di portarla anche lì e di darvi una recensione completa.
Va a completare la gamma Trail di Nike inserendosi in qualche modo a metà tra la corsaiola Terra Kiger e la protettiva Wildhorse, entrambe arrivate alla quinta versione, rendendo evidente lo sforzo della casa americana, che anche a Barcellona ha confermato tramite il VP/GM di Nike Running EMEA Keith Houlemard la volontà di investire sul settore anche in Europa. Non a caso Nike aveva portato a Barcellona per il lancio atleti del calibro di David Laney, Sally McRae, Pablo Villa e Pau Bartolo, ed il designer Sam Adams a spiegare il processo che ha portato alla nascita della Air Zoom Pegasus Trail. Un gradito ritorno per una scarpa leggendaria.