TRANSVULCANIA
La gara di La Palma è stata negli ultimi anni uno degli appuntamenti clou dell'anno.
Grazie all'inclusione nel calendario ISF, dal 2012 si sono visti sull'isola parecchi top europei ed americani, con le sfide tra Kilian, Dakota Jones, Sage Canaday e Luis Alberto Hernando a farla da padrone tra i maschi e quelle tra Anna Frost e Emelie Forsberg tra le donne.
Il calendario internazionale si fa sempre più fitto, la ISF ha forse perso un po'dello slancio che aveva qualche anno fa, quando sembrava dovesse prendere piede anche grazie al supporto delle aziende, ma la gara canaria resta un momento chiave della stagione.
Chi si contenderà la vittoria nella gara point-to-point che attraversa l'intera isola toccando i 2.420 metri di Roque de los Muchachos? Andiamo a vedere.
DONNE
La sua amica Emelie l'aveva detto... Ida Nilsson è candidata a diventare una tra le migliori al mondo. E lei non ha fatto che vincere Transvulcania, The Rut 50k e poi finire alla grandissima con TNF 50 a San Francisco. Annata esemplare. Torna, ed è ovvio che i favori vadano a lei. L'anno scorso aveva dietro Anne Lise Rousset, che anche quest'anno si schiera al via. Sul tecnico dice sempre la sua, ma il passo della Nilsson è un'altra cosa all'apparenza.
Chi ha sicuramente i mezzi per inserirsi nella lotta al podio è Andrea Huser, il tank svizzero che macina miliardi di chilometri in gara. La distanza è forse troppo breve per le sue caratteristiche, ma è in forma e lo ha dimostrato anche a Madeira.
Ragna Debats è il nome che sta uscendo piano piano: olandese, ma vive in Catalunya, l'anno scorso ha allungato il chilometraggio e si è trovata sempre a suo agio, tanto da arrivare terza ai Mondiali. Pericolosa.
Altra svedese, Mimi Kotka: vittoria alla CCC, altra vittoria da noi al Grand Trail di Courmayeur... chissà se ce la fa ad inserirsi nella lotta con i nomi qui sopra? In tanti la danno in gran forma, potrebbe esssere una delle contendenti al titolo addirittura.
E passiamo al plotone stelle e strisce. Lo guida la fidanzatina di Zach Miller, Hilary Allen detta The Goat, la capra. Per far capire che sul tecnico si muove bene. Conosce la gara, ha fatto bene nel circuito sky e se corre con Zach secondo me qualche km di qualità lo fa ogni tanto. Avrà con se Kristina Patterson, che forse non sarà al suo stesso livello ma si è già difesa bene in ambito internazionale. Con loro Cassie Scallion che però non pare abbia le doti tecniche per impensierire le specialiste. Anche se qualche anno fa sulle cinquanta miglia era praticamente imbattibile negli States...
UOMINI
Il re abdica. Luis Alberto Hernando vuole tenersi per i Mondiali italiani e farà la maratona invece della lunga, lasciando il trono vacante.
Viene naturale pensare che Nico Martin, secondo l'anno scorso (anche ai Mondiali, sempre dietro a Luis Alberto) e rivelazione delle ultime due stagioni, sia il candidato giusto. Ma parecchi altri sulla linea di partenza non la pensano così.
Primo di tutti Pau Capell, che dopo la vittoria a Transgrancanaria ed il secondo a Madeira ha dimostrato di aver fatto ancora un passo avanti deciso dopo un 2016 comunque stellare. Sembra davvero il suo anno, ma il dubbio è che forse stia correndo troppo: se riuscirà a gestire il peso degli impegni ravvicinati, anche lui è un candidato più che credibile per la vittoria.
La squadra dei francesi vede altri nomi pesanti, a partire da Ludo Pommeret, il vincitore dell'UTMB e seguendo con Xavier Thevenard, ad oggi l'unico vincitore di tutte e quattro le gare della famiglia UTMB. A Madeira buon terzo, qui saprà ripetersi?
Non mancherà anche quest'anno Tom Owens, spesso pericoloso su terreno tecnico, anche se la distanza forse non è proprio la sua. Ma sarebbe un errore non valutarlo tra i possibili protagonisti così come il suo compagno di team Dimitris Theodorakakos, che conosce bene la gara, ma deve imparare a gestirsi e fare gara tattica.
Gli "ammericani" ci sono? Ci sono si, anche se non in massa come in passato. Resta prestigiosa la partecipazione di Jason Schlarb, vincitore della Hardrock a pari merito con Kilian, visto anche alla K3 Red Bull qui in Italia. Ma l'attenzione è tutta per l'ennesimo campioncino che sta uscendo dallo Utah, Hayden Hawks. Il giovincello arriva a dicembre dopo aver vinto Speedgoat ed alla TNF 50 mette in crisi uno come Zach Miller. Alla sua prima cinquanta miglia! E se credete che Hayden come tanti yankee patisca il tecnico, beh, ricredetevi, perchè viene dalla corsa in montagna e non ha paura dello “steep and high”. Schivo e riservato, il classico bravo ragazzo, ha iniziato l'anno alla grande. Viene per fare del male, ed è probabilmente il più atteso da tanti addetti ai lavori. Da me di sicuro.
Le speranze tricolori ricadono su tre personaggi che hanno i mezzi per far bene: Dani Jung non ha più bisogno di presentazioni, secondo ad Hong Kong davanti a Sage, sesto a Madeira, oramai è un habituè dei posti che contano. La gara? Gli si addice alla perfezione, se lo stomaco tiene sono dolori per tutti. E anche Fulvio Dapit, qui a Transvulcania si è già visto nelle posizioni che contano davvero, ed è sempre capace di fare il suo sulla scena internazionale. C'è anche Davide Cheraz, ripresosi dall'infortunio patito in apertura di stagione. Ha tutto per fare bene e portarsi a casa un po'di esperienza ad alto livello, resta uno dei nostri talenti più puri. Forza ragazzi!