Ed eccoci all'appuntamento imperdibile: The North Face Endurance Challenge 50, San Francisco.
Anticipato quest'anno di qualche settimana, con percorso allungato e pare anche incattivito, ed arrivo spettacolare in città. Che significa anche sprint letale sul ponte nell'ultimo miglio.
Inutile dire che c'è un'attesa spasmodica per vedere chi saranno quest'anno re e regina di Marin County: oltre all'assegnone da 10.000 dollari, una vittoria alla TNF 50 cambia la carriera.
E vediamo chi si giocherà le proprie carte, partendo come al solito dalle ladies.
Ritorna la campionessa in carica Ida Nilsson. L'amichetta di Emelie aveva spazzato via la concorrenza con un finale impressionante, dando il via ad una stagione eccellente: vittoria a Transvulcania e Ultravasan, secondo posto ai Templiers. L'ex studentessa della Arizona Uni, Flagstaff, sembra intenzionata a ripetersi, specie dopo l'abbandono di Ruth Croft, che ai Templiers l'aveva castigata.
A dare fastidio alla Nilsson, ci penserà una veterana della TNF come Megan Kimmel. L'anno scorso, dopo aver guidato per circa metà gara, era rimasta vittima dei crampi. Ma ha già vinto nel 2015, è arrivata seconda nel 2014 e comunque altre due volte nelle dieci. Alla Mont Blanc Marathon aveva rifilato quasi dieci minuti a Ida, chissà qui come va a finire.
Ma le yankees? La bandiera la portano Stephanie Howe Violett e Clare Gallagher. La prima aveva ripreso proprio qui l'anno scorso dopo un lungo stop per infortunio, per poi vincere Bandera 100k overall in gennaio. Il resto dell'anno ha riservato a Stephanie poche soddisfazioni, ma il secondo posto del 2012 ed il terzo del 2014 dicono che le colline dei Miwok sono terreno a lei congeniale.
La Gallagher, beh, il quinto dello scorso anno non dice tutto delle sue potenzialità: la vittoria alla CCC davanti ad una come Maite Maiora potrebbe già farci capire che Clare è roba seria, se andiamo poi a vedere anche Leadville 100 dominata lo scorso anno... ok, c'è del materiale per sperare di vederla sul podio. Avrà il tifo incondizionato di UN, no scusate, DUE... cioè volevo dire TRE membri della redazione di ST. Dei tre, uno solo le è stato davanti quest'anno (for you Rigo).
C'è poi un'incognita clamorosa, ed è Megan Roche: al debutto sulla distanza, ma con il potenziale per far saltare il banco, perché a velocità di base non ce n'è per nessuna. Sperando non salti lei come al Mondiale di Badia Prataglia.
Come si fa a non contare anche Emelie Forsberg? Impossibile, con quel sorriso come fai a lasciarla fuori. Un anno dove non è stata dominante come in passato, anche a causa dell'infortunio patito sugli sci. Ma il suo l'ha fatto, ed in gare completamente diverse, a conferma della sua versatilità. Chi si ricorda quando vinse con Kilian a farle da pacer con degli orribili pantaloni della tuta? Era il 2012. Quindi sa bene cosa deve fare per stare davanti a tutte.
E poi e poi... vediamo cos'altro c'è di valido. Tra Annie Jean, Anne-Marie Madden e Marianne Hogan, il Canada ha un terzetto di giovani runner d'assalto niente male. Non saprei su chi puntare, tutte e tre hanno ottenuto bei risultati quest'anno e qualcuna pure qui a SanFran. Da tenere d'occhio, mi aspetto da loro una possibile sorpresa. Anche Ann-Mae Flynn e Kelly Wolf se le sono date tutto l'anno tra Speedgoat e Broken Arrow: qui vedo meglio la Wolf, ma non sottovalutiamo la maestrina di scuola Flynn. Tra le europee, è la francese Anne-Lise Rousset che potrebbe inserirsi nelle posizioni che contano: forse il terreno poco tecnico la penalizza un po', ma sarebbe sbagliato darla per spacciata, visto che la Rousset è una che si esalta quando la competizione si fa serrata. E dove meglio che alla TNF 50?
E tra gli uomini? Oh oh, c'è da farsi male.
Anche qui il campione uscente è sulla linea di partenza, anche se non sembra così dominante come lo scorso anno. Hell yeah, stiamo parlando di Zach Miller. La vittoria del 2016 era stata a parere di chi scrive la migliore prestazione dell'anno nel mondo ultra. Incredibile per l'intensità e la determinazione. Poi infortuni, un UTMB tutto sommato vissuto non da protagonista ed ora ritorna dopo due vittorie consecutive a Marin. Ma sarà ancora più dura per Zach quest'anno.
Il primo dei possibili rivali è proprio Hayden Hawks, che l'anno scorso lo aveva insidiato fino all'ultimo. Il suo primo vero anno da grande, lo ha visto protagonista in primavera, poi due brutti colpi a Transvulcania e soprattutto al Mondiale. Ma Hayden si è messo sotto ed alla CCC ha semplicemente sbaragliato tutti. Per me, è il vero uomo da battere sabato, e sono convinto che non si tirerà indietro.
Troverà pane per i suoi denti in Max King. Se non sapete chi è, male. Non riusciremmo a raccontarvi tutto neanche in dieci articoli. Ma diciamo solo questo: due volte ai trials olimpici (maratona e 3.000 siepi), campione del mondo di corsa in montagna, recordman americano sulla 100k (e campione del mondo), quarto alla Western States, ha anche vinto due volte il Mondiale OCR. Pressoché inavvicinabile sui 50 km (dove quest'anno si è già fumato anche Hayden Hawks), sulle 50 miglia fatica sempre qualcosina di più. Specie qui. Ma quando c'è Max sulla linea, devi sempre contarlo come possibile vincitore. E basta.
Il terzo malato di mente che partirà a fuoco, è Tim Freriks, dalla premiata ditta Coconino Cowboys (#bangbang). Questo è uno che sulla carta ne ha come Jim, Forse di più. Ha vinto Transvulcania e fatto il record del R2R, ma chi è veramente Tim Freriks è ancora tutto da vedere.
A seguire, ancora tanta roba. Mario Mendoza è sempre da tenere in considerazione, anche se su certe distanze gli è sempre mancato il colpo letale. Più curioso vedere cosa farà Chris Mocko. Aveva iniziato il 2017 in maniera folle, con secondo posto a WTC 50k, terzo a Lake Sonoma e vittoria ad UROC, prima di infilare tre mesi di settimane da 200 km e video del Mocko Show postati quotidianamente. Poi la debacle WS e mesi sul divano. Chris si è rimesso a lavorare, si è trasferito a Boulder ed ha ripreso a correre: chissà cosa tirerà fuori dal cappello. Ah, COSTCO non lo ha sponsorizzato alla fine, ma un bel contratto con Nike è arrivato comunque. Carta sorpresa? Tayte Pollman e non vi sbagliate. Soli vent'anni ma talento assurdo, se regge l'impatto con la distanza, potrebbe essere il nuovo Hayden...
Mettiamo anche Bob Shebest e Mark Hammond in gioco, direttamente dalla lista “master che fanno male”. Specie Hammond che con il terzo alla WS ed il secondo alla RunRabbitRun ha firmato un anno spettacolare. Occhio anche a Paddy O'Leary, irlandese trapiantato a SF. Tutta la crew NorCal ne parla con rispetto, ci sarà un perché. Oltre a lui, solo Tofol Castanyer difenderà i colori del Vecchio Mondo: gli anni passano per tutti, ma Tofol resta pericoloso. Anche sul corribile. Invece Heras questa volta ci ha levato la fatica della solita manfrina “se parte è un possibile vincitore”: ha detto subito che non parte. Peccato Miguel, ma i fantatrailer ringraziano.
Coach Mario Fraioli (intervistato ad inizio anno per Qui America) sarà sulla linea di partenza per il suo debutto sulla distanza. Se pensate che sia una semplice curiosità... beh, vi dico che finirà nei top 20, specie se davanti se le danno e qualcuno ci lascia le penne per strada. Accetto scommesse.
E con grande gioia, vedo in lista un certo Hal Koerner Sr. Si, quello che ha in cantina due cougars ed una roccia del Colorado. Quello che nel proprio negozio ha avuto come commessi gente come Timothy Olson, David Laney, Cole Watson o i fratelli Skaggs. Per dirla con le parole di Jenn Shelton (altra sua commessa eccellente) “the biggest MOFO around”. Ci mancavi sulla start line Hal, bentornato.