Dr. Daniel Di Segni - Dottore in fisioterapia
Terapia Manuale - Rieducazione posturale
Correre è gioia e libertà. È staccarsi per il tempo della seduta d'allenamento da tutti quei problemi/stress che ci affliggono durante l'arco della giornata.
La corsa inoltre è un tipo di attività fisica naturale, senza una qualche abilità particolare da apprendere, dove l'importante è allacciare le scarpe e uscire, riempire i polmoni e via, conquistando sempre quei metri in più rispetto a ieri.
Questa continua ricerca della performance o dell'allenamento eseguito costantemente però può indurre una serie di sollecitazioni nel corpo che, se non accompagnate da una serie di accorgimenti, possono evolvere in dolori e minare la serenità della corsa.
Alzi la mano chi, dopo un po' che corre, non ha avvertito un qualche problema ai piedi?
Sì perché se ci pensiamo le strutture presenti a livello del piede devono sopportare il carico completo del corpo in un momento preciso in cui, durante la corsa, questa poggia con “irruenza” tutto il suo peso. Infatti sono moltissimi i runner che soffrono di problematiche che coinvolgono il piede.
Ma vediamo meglio quali sono le cause che inducono questo tipo di problema e come affrontarle adeguatamente:
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Scarpe inadeguate: sicuramente chi pratica trail running sa perfettamente che utilizzare un paio di scarpe non adeguate equivale ad un suicidio annunciato. Infatti la scarpa svolge un ruolo molto importante nell'esecuzione del gesto atletico che deve essere il più ergonomico possibile e avere un supporto adeguato proprio per sopportare e supportare il carico del corpo. Avere una scarpa non adatta oppure troppo consumata permette non solo di non supportare la sollecitazione durante la corsa, ma di scaricare eventuali dismorfismi presenti a livello del corpo proprio sul piede, favorendo condizioni come tendiniti e fasciti.
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Traumi/interventi chirurgici: sappiamo perfettamente come ogni tipo di trauma/intervento chirurgico possa modificare l'entropia del corpo, il quale si riorganizza in modo da sopperire alla disfunzione, generando una serie di compensi che, però, se sono presenti per molto tempo e vengono esacerbati, possono evolvere in situazioni non proprio gradevoli per gli atleti che eseguono trail running.
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Alterazioni di postura: Parlare di postura è qualcosa di estremamente complicato, forse anche più difficile che spiegare la teoria della relatività di Einstein. Quanto parliamo di postura infatti si parla dell'assetto muscolo-scheletrico e di come questo si relaziona con lo spazio, con la gravità che è costantemente presente, e anche di come viene “mosso” il corpo durante l'arco della giornata.
Infatti noi dobbiamo pensare che la nostra postura non è solamente influenzata dall'oretta dell'allenamento, bensì dalle molte ore magari che passiamo di fronte ad una scrivania al lavoro; motivo per il quale, noi fisioterapisti, teniamo moltissimo nella prima fase a fare un'attenta valutazione posturale, la quale può evidenziare una serie di squilibri o alterazioni che, logicamente, inducono una reazione a catena. Parlando del piede ad esempio non è raro trovare pazienti che hanno una deviazione laterale dell'asse calcagno-ginocchio e che hanno anche una iperlordosi lombare. Questo perché, come studiato anche in biomeccanica applicata e da alcuni grandi terapisti della storia come François Mezieres, siamo tutti collegati da una sorta di catena funzionale che influenza reciprocamente ogni distretto.
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Tipo di allenamento: senza minimamente voler entrare in campi che non mi competono, noto però a volte carichi di lavoro che vengono suggeriti ai runner non tengono bene in mente alcune progressioni necessarie. Mi spiego meglio: non siamo robot, ma siamo umani che hanno una soglia di tolleranza nello sforzo e che questo, logicamente, induce un certo cambiamento nel nostro corpo (positivo o negativo che sia). Spesso giungono nel mio studio a Roma pazienti che soffrono di patologie come fasciti plantari, infiammazioni del tendine d'achille e, facendo una disamina insieme a loro, si scopre spesso che sono seguiti da preparatori che vogliono portare a casa il risultato (che è quantificato in kilometri percorsi) senza però osservare bene la progressione che il fisico del runner può tollerare.
Cosa fare allora se compare un qualche dolore ai piedi? In prima istanza il consiglio è: NON TRASCURATELO!
Infatti mi capita spesso di vedere nel mio studio a Roma persone con un qualche problema muscolare o articolare hanno trascinato per lunghissimo tempo pensando sempre “vabbe’ ora andrà via...”, ed invece è rimasto e si è cronicizzato.
Ricordiamoci sempre che se si percepisce un dolore, è perché si è accesa la lampadina nel cervello che qualcosa non funziona adeguatamente, quindi la sensazione dolorifica è un campanello d'allarme che il nostro sistema ci invia affinché possiamo sistemare il disturbo.
In secondo luogo quindi rivolgersi ad un fisioterapista specializzato in questo tipo di problematiche che, attraverso una valutazione globale, avrà modo di analizzare tutti gli aspetti che possono essere rilevanti all'individuazione della causa che genera un dolore ai piedi.
Altro step molto importante che consiglio di eseguire è, come ovviamente si consiglia sempre, di eseguire anche un adeguato stretching delle strutture sia prima che dopo l'allenamento.
Quando parlo di stretching però, oltre alla classica messa in tensione dei muscoli (che ricordo deve esser mantenuta per almeno 4-5 minuti per ogni muscolo), contemplo anche l'utilizzo di un foam roller: si è visto quindi che attraverso lo squeezing con questo rullo, si dona al muscolo dopo l'allenamento una maggior elasticità e questa pratica aiuta anche nel recupero post-allenamento.