A cura di Maurizio Scilla
Ormai lo Sciacchetrail è diventato per il sottoscritto un appuntamento fisso primaverile, avendo partecipato a tutte le nove edizioni, potrei dire che è un po’ come il compleanno, con la differenza che a Monterosso ci vado come se andassi a una festa, mentre il compleanno con il passare degli anni è solo una data su un calendario. Le Cinque Terre sono un paradiso per il trailer, un vero e proprio parco giochi, anche se abbastanza “wild”.
Come ogni anno il pettorale è firmato, quest’anno è opera di Caterina Laruccia, artista della Tuscia innestata al Groppo, che si è ispirata a nonna Elide, donna forte, con la pania sulla testa, simbolo delle donne di tutte le Cinque Terre che portarono avanti l’economia del vino quando gli uomini entrarono in fabbrica.
Lo Sciacchetrail è inserito nel palinsesto di “Liguria 2025 Regione Europea dello Sport” proprio in virtù della sua grande valenza dal punto di vista sportivo, promozionale e culturale.
Come sempre numerosissimi gli stranieri al via con ben 25 nazioni rappresentate.
Per quanto riguarda il percorso della 47 km, possiamo parlare di due gare in una. La prima che porta da Monterosso al Telegrafo (27 km 1400 m+) molto da correre. Si ha un primo “assaggio” di scalini, salendo a Punta Mesco, con impareggiabili viste sul Golfo delle 5 Terre e quello di Levanto. Più avanti si affronta poi un bel single track a tratti tecnico immerso nella macchia mediterranea con vista mare che porta al Santuario di Nostra Signora di Reggio. I km seguenti che portano al Telegrafo sono in gran parte nel bosco su sentieri molto belli che invogliano a correre e in discesa sono ideali per lasciar girare le gambe a tutta.
La seconda parte dal Telegrafo all’arrivo (47 km 2600 m+) sulla carta sembrerebbe più semplice ma non lo è. Dopo un ristoro favoloso con crostate fatte in casa, si scende al Santuario della Madonna di Montenero, dove ci si deve fermare un attimo ad ammirare un panorama spettacolare, per scendere poi a Riomaggiore. Qui si svolta a destra e inizia la leggendaria salita della “Beccara” che porta al vigneto del Corniolo, caratterizzata dagli scalini alti e la pendenza da paura, sono solo 200 m di dislivello, ma fanno veramente male. Dopo esser passati all’interno della Cantina Sociale del Groppo, in discesa si raggiunge Manarola. Qui ti aspettano altri scalini, quelli della salita del “Presepe”, altri 300 m+ che portano a Volastra e poi al Santuario di Nostra Signora della Salute. Si corre sempre immersi nei vigneti, con l’azzurro del mare come sfondo. Si scende poi a Corniglia e dopo si arriva a Vernazza. Rimangono gli ultimi 3,5 km per raggiungere Monterosso, anche qui non possono mancare gli scalini, ma la vista mare aiuta tanto. A livello paesaggistico non si può che rimanere innamorati, i vigneti, i muri a secco, le viste sul mare, i paesi delle Cinque Terre sono gioielli che il mondo intero ci invidia.
Complimenti agli atleti della 100 K che hanno dovuto affrontare gli ultimi16 km veramente impegnativi, avendo già 85 km nelle gambe!
Se mi chiedessero di rifare lo “Sciacche” il prossimo week-end sarei pronto a ripartire, ma di sicuro le mie gambe non sarebbero d’accord. Di sicuro non mancherò l’appuntamento a fine marzo del prossimo anno con la decima edizione!
©racephoto.it
100 Km 5400 m+
In campo maschile prima del via i favoriti erano Simone Corsini e Gregorio Aiello, rispettivamente primo e secondo l’anno scorso. I due hanno corso tutta la notte insieme, poi da Pignone (55 km) Simone Corsini ha iniziato ad avere problemi di stomaco, a Riccò ha provato a fermarsi un’ora, ma non migliorando la situazione è stato costretto al ritiro.
E’ iniziata così la lunga cavalcata solitaria di Gregorio Aiello che ha chiuso la prova in 12h14’36”, mentre il podio veniva completato da Simone Tucci e Jacopo Zuffellato.
Tra le donne bissa la vittoria dell’anno scorso Marta Cunico in 14h54’07”, è stata una gara battagliata perché le svizzere Denise Zimmermann e Corinne Kagerer hanno sempre avuto un distacco colmabile e hanno chiuso in 15h05’30”.
47 Km 2600 m+
Tra gli uomini è stata una gara aperta fino al Telegrafo (27 km), poi nel tratto che porta a Volastra, Moreno Sala ha visto aumentare il suo vantaggio, il lombardo ha chiuso in 4h33’30”, precedendo Alessandro Bonesi (4h46’06”) e Marco Biondi (4h46’20”).
In campo femminile gara tutta di testa per Margherita Vitali, 5h14’15” il suo tempo finale, podio completato da Elisa Sortini (5h27’58”) e dalla francese Julie Marini (5h41’33”).
SCIACCHETRAIL 100
Testo di Franco Longo
Prime ombre della sera di sabato 29 marzo:
- “Oh, ma c’è ancora gente in giro!”
- “Sì, ma questo è uno che fa la 100”
- “Che mazzo, poverini”
- “Ma va, questi sono quelli che si divertono di più”.
Faccio trail da 17 anni e ho fatto tante ultra. È semplicemente fantastico scoprire che c’è ancora tanto di cui sorprendersi e tanto ancora da imparare.
In questo week-end la sorpresa è stata come in un fazzoletto di terra ci siano tanto posti bellissimi in modo così diverso fra di loro e che ai confini delle turistiche Cinque Terre ci siano posti incredibilmente affascinanti. La lezione imparata, forse, è che non sempre una distanza e un dislivello sono interpretabili al meglio, quando le difficoltà sono concentrate in una parte sola di gara, ovvero la seconda.
Si ritira il pettorale a Monterosso e si prende il treno per Riomaggiore dov’è fissata la partenza alle 22 del venerdì sera. Pochi trailers, nessuna indicazione per la partenza. Uno segue l’altro, pensando che chi è davanti sappia la strada per arrivare. Risultato: una ventina di scemi in calzoncini e zainetto sulle spalle che vagano come un gregge smarrito per i caruggi di Riomaggiore, prima che arrivi l’imbeccata giusta da parte di una persona gentile.
Pioggerella sottile che ricorda che non ci può essere sempre il sole, anzi con il trail pare che il sole tenda costantemente a smettere di splendere sulle sciagure umane. Pioggerella sottile che ricorda che le pietre bagnate possono essere molto scivolose. Pioggerella che ricorda che, speranza incrollabile, dopo il brutto ci sarà sempre il sereno.
Si sale e poi si prende una lunga strada praticamente in piano che dice che dopo 12,5 km si sono fatti solo 350 metri di dislivello. Dopo 25 km saranno 800. Dopo 40 – 1600 e quindi è presto intuibile quale sarà l’andazzo della seconda parte di gara.
Questo è tuttavia il magico momento della notte; il gruppo di 85 partenti si è già sgranato a sufficienza per godersi la splendida solitudine di questa notte senza stelle. Dopo il passaggio sulla linea d’arrivo, si va a Levanto, dove ci si è inventati una boucle di una decina di km che regala ingiurie agli organizzatori da parte dei concorrenti, che stanno cominciando a capire quella che sarà l’antifona della seconda parte di gara. Salite ripide o molto ripide, discese tecniche o molto tecniche. Ti incazzi, ti chiedi perché sei qui a tribolare e poi giri una curva e vedi uno scorcio strepitoso, entri in un vicoletto di una frazione semiabbandonata e senti il fragoroso singolo applauso di una signora che forse è lì da ore per incitare “quelli della 100”, ti avvicini a un ristoro e senti a 300 metri di distanza che stanno facendo casino per te, ti offrono torte salate, formaggio, vino, birra e, chicca assoluta, i chicchi d’uva sotto grappa (Cantina Sociale del Groppo santi subito!). Passi da un ristoro che non sapevi neppure che ci fosse e c’è una persona che ti parla come se ti conoscesse da sempre. Un viaggio che abbiamo fatto sulle nostre gambe e con la nostra testa, ma che tante persone dentro e fuori dalla gara ci hanno allietato e alleggerito.
Da Levanto (secondo passaggio) sino al ritorno alle Cinque Terre è stato un viaggio non solo nello spazio, ma anche nel tempo, passando attraverso boschi secolari e villaggi antichi. Le rombanti motociclette sulle strade delle Cinque Terre ci hanno detto che il viaggio nel tempo era finito ed era ora di attaccare la Beccara, Volastra e le due ultime perfide risalite da Corniglia e Vernazza. Il meteo nuvoloso di tutta la giornata regala uno squarcio di sole proprio al tramonto, proprio poco prima che le persone commentassero quanto scritto in epigrafe, molto prima dell’abbraccio finale delle luci di Monterosso.
100 km di fatica, emozioni e bellezza. Il secondo interlocutore ha capito perfettamente che endorfine + endorfine + endorfine non fanno endorfine x 3, bensì endorfine al cubo e quindi la fatica si sublima in meravigliosa, le emozioni si moltiplicano in miliardi, la bellezza diventa struggente.
I COMMENTI
GREGORIO AIELLO (vincitore della 100 km e secondo l’anno scorso)
Sono davvero tanti gli aspetti che mi fanno tornare ogni anno a Monterosso l'ultima settimana di marzo. Mentre la gara di 47 km è caratterizzata da un percorso veramente logico e bello dal punto di vista atletico, la gara di 100 km ha più una valenza storica, passando dalle vigne all'entroterra attraverso Pignone, Corvara, Ricco' e Biassa, comuni che sono così vicini al mare ma allo stesso tempo situati sul lato "continentale" delle colline.
Il percorso è stato decisamente migliorato rispetto alla scorsa edizione. Ora all'inizio della gara si corrono quasi tutti i 10 km della vecchia strada litoranea tra il Telegrafo e Volastra, più scorrevole rispetto al percorso dello scorso anno dove si saliva direttamente su un single track abbastanza stretto (il numero dei concorrenti è aumentato da 50 a 100, quindi era necessario un sentiero un po’ più scorrevole all'inizio della gara). Nella seconda metà gara invece è stata tagliata una salita molto selvaggia, quella che da Pignone ti riportava sull'alta via delle Cinque Terre; ora il sentiero è anche qui più corribile e si passa dal comune di Corvara, molto suggestivo, che prima era non era incluso.
Ciò che più mi appassiona di questa gara è in primo luogo il profumo e il suono del mare mentre si corre, ma anche il senso di familiarità che provo ogni anno quando arrivo a Monterosso grazie al lavoro di Nicola e Christine, come anche quello di tutti i moltissimi volontari in ogni ristoro lungo il percorso.
Mi auguro davvero che lo Sciacchetrail possa regalare queste emozioni ancora per molte altre edizioni future e che in tanti possano vivere questa esperienza, magari assaggiando anche un po' di Sciacchetra'.
©racephoto.it
MARTA CUNICO (vincitrice Sciacchetrail 100 km 2024 e 2025)
Per me è stato il secondo anno allo Sciacchetrail 100 km, personalmente è una gara che è entrata nel mio cuore. Non sono esperta in distanze così lunghe quindi dal punto di vista prestazionale devo ancora capire come regolarmi al meglio. Ho ancora tante cosette che vanno aldilà dell’allenamento da aggiustare (sonno, alimentazione…), quindi sono convinta che il mio tempo finale è molto migliorabile! Ma Sciacchetrail è una gara da non sottovalutare: la prima metà di gara è molto corribile, poco tecnica, dove viene voglia di spingere e lasciar andare le gambe. Il problema è che, se dai troppo all’inizio, poi soffri davvero alla fine: quando ritorni sulla costa e inizi le vere Cinque Terre hai una marea di scalini che ti massacrano le gambe (più in discesa che in salita!) con un paio di strappi belli tosti.
Secondo me è proprio questo il bello del percorso: non è banale e vedi solo alla fine se hai interpretato bene la gara oppure no. Io quest’anno sono partita decisamente troppo forte e ho avuto un po’ di problemi con lo stomaco verso la fine, ma sono stata comunque soddisfatta di aver sentito le gambe reggere muscolarmente!
In generale è un evento che merita: i volontari sono simpaticissimi, l’organizzazione è ottima e il pasta party finale è unico!
JIAN YAO (International Event Partenerships Manager Kailas Fuga, al via della 47 km)
Il percorso attraversa terreni molto diversi tra loro: vigneti, terrazzamenti di limoni, boschi di latifoglie, sentieri costieri, tratti rocciosi, scalinate in pietra, vicoli tortuosi nei villaggi.
Partendo a metà gruppo, sono passato sotto l'arco e i top runner erano già fuori dalla visuale, sembrava una gara sprint! Correndo attraverso il tunnel, la luce del sole che filtrava dall'uscita si mescolava con l'eco degli applausi e il rumore dei passi. Usciti dal tunnel, siamo stati accolti da un lato dall'infrangersi delle onde e dall'altro da spettatori festanti: natura e umanità che applaudivano il nostro viaggio. Nella prima parte la faticosa salita a Punta Mesco ci ha ricompensato con ampie vedute sulla baia. Nella parte centrale ci siamo immersi nei boschi, su sentieri perfetti per correre, per affrontare poi discese tecniche su roccia frastagliata che richiedevano precisione. Siamo passati poi accanto ai vigneti, con le loro vecchie viti potate dalle quali spuntavano freschi germogli verdi, mentre dai limoneti pendevano frutti gialli grandi come pugni che ci sollevavano il morale. Attraversando i villaggi, la gente del posto, che sorseggiava caffè e chiacchierava animatamente, applaudiva: un'iniezione di energia per l'anima.
Le Cinque Terre potrebbero rivaleggiare con Chamonix come mecca del trail running? Sebbene manchino le vette alpine, offrono sentieri costieri spettacolari che si snodano lungo vigneti e limoneti. Non ci sono premi in denaro, ma i vini e le prelibatezze locali dopo la gara sono impareggiabili. La bellezza e il fascino grezzo dello Sciacchetrail ti attirano, lasciandoti ascoltare il ritmo dei tuoi passi e i sussurri del tuo cuore. Questa è la vera magia del trail running!
LORENZO VIVIANI (Presidente Parco Nazionale delle Cinque Terre)
L'eco festosa dello Sciacchetrail risuona ancora tra i nostri borghi, in una straordinaria celebrazione della nostra comunità e dell'anima del nostro territorio. Questa manifestazione ha offerto una preziosa opportunità per valorizzare l'impegno del Parco Nazionale delle Cinque Terre nella cura meticolosa della nostra preziosa rete sentieristica, attraverso gli occhi appassionati di atleti e veri ambasciatori dello sport in natura.
Questi sentieri, testimoni secolari della fatica agricola che ha plasmato questo paesaggio unico, si sono trasformati ancora una volta in un palcoscenico di sfida sportiva, unendo idealmente le Cinque Terre alla Val di Vara in un abbraccio di natura e storia. E in questo contesto di fatica e bellezza, non possiamo dimenticare il vero simbolo della creatività agricola: lo Sciacchetrà. Questo passito prezioso, nato da vigne verticali, è l'essenza stessa di un territorio disegnato con sapienza e passione.
Un ringraziamento di cuore va ai veri protagonisti di questo successo: gli organizzatori, i volontari, cuore generoso e instancabile della manifestazione; i Comuni, che hanno collaborato con dedizione; e un plauso speciale ai tecnici e ai manutentori del Parco, il cui lavoro quotidiano e silenzioso è la garanzia di questa fruizione sicura e rispettosa che ci sta tanto a cuore.
Questo Sciacchetrail è stato per me un'emozione profonda, una vera festa che ha celebrato quel legame indissolubile tra l'uomo e la sua terra, che si esprime anche nella cura delle vigne, dei terrazzamenti e nella produzione di vini eccellenti. Ho potuto constatare di persona la vivace collaborazione e il profondo rispetto per la meraviglia secolare che ha fatto da sfondo alla competizione.
Lo Sciacchetrail ha segnato splendidamente l'arrivo della primavera nel Parco, portando con sé la narrazione del profondo connubio tra vino e paesaggio. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno contribuito a rendere questa edizione un messaggio corale di gioia e rispetto."
ORGANIZZAZIONE
Siamo molto soddisfatti, quest’anno abbiamo investito tante energie sulla 100 km. L’anno scorso avevamo disegnato il percorso sfruttando semplicemente i sentieri principali.
Quest’anno, partendo tanti mesi prima, abbiamo cercato di coinvolgere il più possibile i paesi dell’interno, proprio gli abitanti di questi villaggi spostandosi sul mare hanno fatto nascere i paesi delle Cinque Terre. Si è creata una situazione virtuosa perché tutti vogliono dare il meglio, tutti si sono sentiti coinvolti, abbiamo potuto grazie a questa proficua collaborazione pulire sentieri in disuso e rendere il tracciato molto più piacevole. Da parte degli atleti abbiamo raccolto pareri positivi sul nuovo percorso, hanno apprezzato l’accoglienza nei piccoli borghi. Un ringraziamento particolare va al nuovo presidente del Parco delle Cinque Terre per la disponibilità.©racephoto.it