Il TOR è grande, enorme, immenso. Sempre.

di Matteo Grassi

ll TOR è grande, enorme, immenso. Sempre.

E' un concentrato di montagna, di fatica, di dolore, di soddisfazione e paura. Solo per dire alcuni degli aspetti che riesce a riassumere. E' una vita a se stante che viene vissuta e consumata in una manciata di giorni. Qualche decina di ore che vale come un'esperienza di anni.

Il Tor ti dà tanto, ma altrettanto ti chiede e ti prende. E se alcune cose te le aspetti, altre proprio no.

Prima di partire non puoi sapere chi incontrerai lungo il tuo cammino, con chi avrai la fortuna o la sfortuna di condividere la tua esperienza. E se anche sei preparato alla fatica, agli sforzi, ai dolori e alle difficoltà, ogni volta c'è qualcosa che ti sfugge. Qualcosa che si nasconde e che emerge quando meno te l'aspetti.

E' questo forse l'aspetto del Tor che più cattura. Quello dell'incognito e dell'inafferrabile. Ma è anche quello che può fare più male.

Perché più dai e più si prende. Più chiedi e più rischi. Più ti metti in gioco e più ne scopri l'essenza.

C'è tanto d'azzardo nel giocare la propria partita al Tor. E sei tu che decidi la posta in palio.

Questo sì lo sai prima.

Buona partita.