Per qualcuno la scuola ricomincia fra due settimane, per altri invece... è già tempo dei voti!
Anche quest'anno, torniamo a creare scompiglio dando i voti ai top del “sommet mondiale de la course in montagne e della grandeur” (inserire trademark, ovvio). Siete tra i bocciati? Vi siete incazzati? E fatevela sta risata... è solo una corsa a piedi.
E allora incominciamo:
Pommeret Ludovico, classe 1975. E' dal 2004, quando ancora non avevate capito che nel trail no, non c'entra la moto della Fantic, che lui è lì a menarsela per i sentieri. Alla partenza in pochi se lo aspettavano nonostante quest'anno fosse imbattuto e con una bella vittoria ad Annecy, dove comunque al Mondiale 2015 aveva fatto quarto. La distanza la conosceva, perchè un secondo a Reunion non lo fanno proprio tutti. Però... dai, nonno Ludo sul podio no. E invece mette la sua facciona davanti già nella prima parte, come spesso fa. Poi alla salita verso il Col du Bonhomme crolla e si trova cinquantesimo. Mollo tutto, pensa. Invece piano piano rimette a posto lo stomaco e riprende a macinare, finche dopo Champex si beve Miller, poi Antolinos ed infine Chorier, fino a restare solo e costruirsi quasi mezz'oretta di vantaggio. Assurdo? Un po', tanto che all'arrivo manco lui ci crede e rimane con lo zainetto addosso per un ora come se da un momento all'altro debbano dirgli che l'arrivo è dieci chilometri più in la. And the winner is... Voto 10.
Grinius Gedeminias. La spia venuta dal freddo costruisce la sua solita gara metronomo: appena fuori dai dieci, poi dentro i dieci, poi nei posti che contano, poi ad un passo dalla vittoria. La giornata spaziale di Pommeret gli leva la gioia del primo, ma signori che gara. E l'Ultratrail World Tour è saldamente nelle sue mani. Rock'n roll robot. Voto 9; e voto 3 al volontario che impedisce ai suoi figli di arrivare con lui: deportato in Siberia.
Tollefson Timoteo. Il nome che tanti non aspettavano, ma il sottoscritto si. Due anni fa è piombato nel mondo del trail vincendo il campionato USA della 50 km. Poi va alla TNF di Frisco e si piazza tra i dieci. L'anno scorso viene alla CCC e nessuno ci crede: secondo. Questo Tollefson inizia a diventare interessante, ma la scena la rubano sempre Zach Miller e baffo Laney. Va a Transgrancanaria e prende una botta che avrebbe steso tanti. Lui torna a Mammuth Lake, si mette comodo, ed inizia a macinare chilometri e salite con i suoi bravi bastoncini e lo zainetto a spalla. Non gareggia, sta tranquillo e lascia che la pressione la sentano gli altri. Parte scialato occhialoni e cappellino, e dalla 40ma posizione piano piano recupera. A Champex però le cose cambiano, davanti qualcuno crolla, lui invece sembra divertirsi come un pazzo. Ma non ha ancora tirato fuori tutto, perchè da Vallorcine manda a stendere la tattica e parte come un ossesso alla caccia di tutti. Per Ludo è troppo tardi, Grinius per fortuna sua riesce ancora a correre bene e la scampa per un pelo, ma per gli altri non ce n'è, Tim ha una o due marce in più di tutti e si fuma Zach, David, Javi e arriva a Chamonix che sembra un frequentatore di rave epoca Madchester. E' l'unico (oltre al Sig. Michel, ovvio) a limonare con la Poletti da quanto è fuori: è forse la scena più bella di tutta la settimana. Il tutto, alla prima 100. E'nata una stella. Voto 9 per la gara, 11 per la passerella finale.
Miller Zachary. Cavallo pazzo. Basta guardarlo in faccia per capire che è in corto circuito continuo. Parte e si mette davanti a comandare senza guardare indietro, poi scendendo dal Col Ferret ha un bonk epocale. Lo diamo tutti per morto, invece a Champex mangia tre piatti di pasta scotta, nove banane, due sacchi di mandorle, mezza forma di reblochon e riparte. Ora, uno normale sarebbe morto e starebbero ancora cercando il cadavere nel lago, lui no: a un ritmo da gara di cross country riprende Chorier ed Antolinos. Poi crolla di nuovo, a Vallorcine entra barcollando, lo raffreddanno con due gavettoni ed esce: non oso immaginare cosa deve aver visto sulla salita a Tete Aux Vent. Viene passato da Tim, David e Javi, ma tiene comunque duro, arriva e si fa un bel giro in tenda medica a riprendere confidenza col mondo terreno. Ha conquistato tutti con la sua follia ed il sorriso stampato sulla faccia. Si meriterebbe solo un 6 ½ perchè questo giochino qua del collasso lo aveva già fatto ai Templiers, ma è troppo simpatico ed ha avuto il merito di rendere la gara epocale: voto 8.
Ornati Giulio. In tanti lo aspettavano, e il buon Giulio aveva dimostrato di valere tanto proprio ad Annecy dove Ludo Pommeret aveva vinto. L'anno scorso aveva già fatto vedere che i mezzi per stare lì con quelli bravi davvero ce li aveva, quest'anno torna e completa l'opera. E'un risultato che gli deve dare sicurezza per andare a giocarsela ovunque e non avere paura di nessuno. Voto 9.
Zanchi Marco. Se volete scrivo che è una sorpresa, in realtà sapevamo tutti che avrebbe fatto come al solito: fino in fondo, stringendo i denti e senza mollare un metro. Fino all'ultimo tassello di suola. Nel 2011 aveva già dimostrato di gradire, quest'anno mette i puntini sulle i, nell'UTWT è piazzato benissimo, se scrivo che è sul podio di categoria lo faccio sembrare un vecchio? Bravo Marco, bella gara. Voto 9.
Molin Ivano. Il Peggiore tra i Peggiori. Si ripresenta al via dopo aver fatto una grande gara l'anno scorso, e con un supporto a dir poco micidiale riprende da dove aveva lasciato e pialla una mezz'oretta buona al tempo dell'anno scorso e svariate posizioni. Ha lavoro e famiglia, si sbatte per organizzare, parla poco ma lascia che siano i risultati a dire come stanno le cose. Conosce persone poco raccomandabili, ma nessuno è perfetto. Come? Mi suggeriscono che al bancone avrebbe messo sotto tutti i ventidue che aveva davanti. Ragazzi, non è biathlon questo! Voto 8 ½.
Chaverot Caroline. Eh, niente, quest'anno è così: per le altre resta il secondo posto. Parte decisa, continua decisa, arriva decisa. Vittoria. Sembrerebbe facile, ma quando ai cento chilometri la Huser si avvicina in tanti pensano che per la maestrina sia di nuovo crisi come l'anno scorso. E invece no, nel momento più difficile spegne tutto e tira fuori la riserva speciale e si porta fino all'arrivo quei sette minuti che fanno la differenza. Mentalmente deve essere stata una tortura gareggiare per quindici ore così, eppure Caroline ha la sua solita faccina tranquilla... ma si vede che questa vittoria significa tanto. Voto 9.
Huser Andrea. Su DUV Statistik ha più km in gara nel 2016 dei miei dieci anni di attività. Transgrancanaria, Madeira, Maxi Race, Lut, Eiger, Swissalpine Marathon e Irontrail 200 km (vinto, in assoluto) prima di venire all'UTMB. Quasi tutte vittorie o podii. Inarrestabile. Macina come una schiacciasassi, si avvicina pericolosamente alla testa poi forse le manca il guizzo cattivo per andare a riprendere la Chaverot. Ma si parla davvero di sottigliezze, perchè fa comunque una grandissima gara. Se riesce a gestirsi meglio, diventa una contendente di livello assoluto. Voto 8.
Boulet Magdalena. Quinta in ventotto ore, non è male ma tutti si aspettavano che almeno per buona parte se la giocasse con le prime. Ma non c'è niente da fare, tolta Rory, e Krissy Moehl prima di lei, le americane su questa gara faticano davvero (vedi Sproston, Lapierre, St Laurent, McRae e compagnia bella, tutte dietro o saltate). Comunque lei a casa ritorna e con una bella esperienza: è una tipa tosta, se l'anno prossimo ritorna mi sa che le cose cambieranno... Good Old World. Voto 7.
I cattivi: dispiace, ma bisogna anche spendere qualche parola buona per chi va dietro la lavagna.
Iniziamo con Ryan Sandes? Purtroppo si, anche se è di una simpatia mondiale. L'anno scorso tragedia, quest'anno anche e già a Les Contamines. Non ci siamo proprio Ryan, gli ultimi due anni hai fallito tutto: te l'avevo detto di non mangiare troppi gelati a Susa, ma tu no, quattro gusti e via. Io credo, risorgerò.
Luis Alberto Hernando Alzaga de los Senderos de Sciamonis. Vince lui, sicuro. Lo abbiamo detto quasi tutti. Invece appena sbarcato in Italia si perde nelle nebbie del lago e viene ritrovato dopo sei ore chiuso in una grotta che fa meditazione trascendentale per reincarnarsi in Kilian. Ti resta il titolo di Campione del Mondo Skyrunning... ma lo sappiamo che volevi mettere tutti in riga qui dove conta davvero. There is always another day.
Thomas Lorblanchet. E' un grande runner, e i risultati lo provano. Ma è di un'antipatia pruriginosa. Si ritira dicendo che aveva sottovalutato il percorso. Dopo 10 anni di carriera, detto da un runner professionista, francese, suona un po'come una presa per i fondelli. E dire che non ne avevi e che per quest'anno va bene un M10 alla Western no? True lies.
Rory Bosio. E non fate i finti moralisti, stavolta ce n'è anche per lei. Il saltino, la canzoncina della rana, entrare nei dieci assoluti... poi si prende due anni di pausa, va a fare un reality idiota americano e pretendiamo che ritorni la stessa di prima? A Lavaredo fa una marcia della morte (in buona compagnia, va detto), al K3 non sale manco col paranco (e tratta male il mio amico Paco, anche se la giustifico perchè a volte lo tratterei male anche io), all'UTMB a Saint Gervais è già dai medici e poco dopo lascia. Sei nel cuore di tutti noi, ma torna preparata e soprattutto mangia e mettiti la canottiera di lana!