Edizione Zero “Schio UltraJungle”: #unultrapertutti

di Francesca Costa

Quanto suona figo, di una gara che potenzialmente può passare alla storia, poter dire “io l’ho fatta fin dall’edizione zero!”?

Così la mattina di martedì 27 dicembre, in un surreale clima da primavera inoltrata, nella piazza di Schio (VI) c’è gente che ha abbandonato famiglie, fatto 400 km sull’auto di uno della Legione Straniera o pagato tangenti pur di esserci (tutte storie vere). Più di 40 persone che potranno dichiarare #edizionezeroiocero , sotto l’Alta Guida dei Summano Cobras, ideatori, organizzatori, animatori e celebratori delle prime due edizioni dello Schio City Jungle, che nel 2017 si arricchirà della versione “Ultra”: 47 km e 3000 m+ circa, con il passaggio più alto a 1691 m.

Ore 7.10, si parte! 42 umani e un cane attraversano correndo il centro di Schio, fortunatamente ancora deserto. Non ci sono classifiche o cronometri, ma come sempre l’ignoranza nei primi km prende il sopravvento e si viaggia veloci: arriviamo a Formalaita in un attimo. Un po’ di saliscendi passando per Contrà Corobolli e si affronta la prima vera salita della giornata: un sentiero per Downhill che risale verticalmente o quasi il Monte Enna. Parte il riscaldamento per il Campionato mondiale di bestemmie, ma le gambe sono ancora buone e non c’è fango: a parte il caldo tropicale, potrebbe andare peggio. Una scaletta ripida ci porta all’Osservatorio, e poi si arriva al Forte Enna, imponente ricordo della Grande Guerra. Il percorso passa anche all’interno del Forte - stupendo! - e poi si scende giù veloci fino a Contrà Cortivo. Il gruppo è ancora ben compatto, ci si ferma ogni tanto ad aspettarsi ma nessun segno di cedimento, neppure da chi per via della bronchite è vestito come l’omino Michelin e per tutto il giorno, nonostante le folate di caldo che neanche nel Sahara, terrà il buff fin sopra il naso.

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A questo punto comincia la salita più lunga: con un passaggio al Monumento ai Caduti di Vallortigara ci si arrampica sul Monte Novegno passando per Malga Ronchetta. Una breve sosta a rifocillarci, fare selfie e foto panoramiche e affrontiamo l’ultimo tratto fino al Forte Rione, Gran Premio della Montagna con i suoi 1691 m slm. Ci arriviamo affamati come lupi e sudati marci: è d’obbligo una sosta un po’ più seria. Dopo innumerevoli bicchieri di tè caldo, piatti di minestrone, cambi di maglie, panini al formaggio (uno va a Jago, il cane trailer per eccellenza, che si sta facendo il doppio dei km ed è fresco come una rosa) ripartiamo in discesa verso il Vaccaresse. Ovviamente non partiamo proprio tutti insieme, ed è qui che il gruppo inizia a sgranarsi progressivamente. Consapevoli però che abbiamo tutti la traccia e che nessuno verrà lasciato indietro, procediamo.

Nel Vaccaresse si passa all’interno del monte attraverso trincee e gallerie, per poi spuntare all’osservatorio, che toglie il fiato per la bellezza del panorama. Discesa sparpagliata per una vecchia trincea ripida e malmessa, e ci contiamo: siamo in dieci compreso il cane. Gli altri hanno formato gruppetti analoghi e sono un po’ più avanti o più indietro. Per nulla sconfortati risaliamo a Passo Campedello per poi raggiungere Cima Alta: qui perdiamo il buon Fagnoni che si attarda a fare pipì fuori dalla trincea e viene risucchiato in un buco spazio-temporale, e sempre più perplessi passiamo dalla Busa Novegno per arrivare alla Croce. Eccoli! Sono praticamente tutti qui i “dispersi” del gruppo, a punteggiare di colore il prato sotto la Croce. Manca ancora qualcuno, ma sappiamo dov’è e siamo certi che ci raggiungerà giù per il Terzo Tempo. Del resto la stanchezza gioca brutti scherzi e dalla filosofia “Ohana” per la quale nessuno viene abbandonato o dimenticato, c’è chi è passato a dichiarare “il mio gruppo sono io!”, nel più bieco individualismo: ma  è solo un momento di debolezza.

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Ripartiamo alla volta di Schio, incontrando nel bosco un folletto con il mal di schiena: è il nostro mitico Francesco Rigodanza, che non è riuscito ad essere con noi tutto il giorno per via del dolore, ma che ha voluto raggiungerci lo stesso per il finale. Negli ultimi km il percorso si riunisce a quello dello Schio City Jungle corto, con tanto di scalette infernali nell’ultimo tratto: se già dopo la gara di 17 km sono impegnative, ora richiedono l’invocazione di tutte le divinità del Pantheon. C’è chi non se la sente e taglia dritto verso il bar, ma viene perdonato. Il terzo tempo ci raduna intorno a tavolini coperti di birre, come da migliore tradizione.

Al grido di #unultrapertutti, questo Ultra Jungle ha fatto centro fin dall’edizione zero… ora i Summano Cobras vi aspettano il 30 aprile 2017 per l’edizione Uno