Ci siamo quasi, sabato mattina prende il via l'edizione 2017 del Mondiale di Trail IAU-ITRA, ospitato quest'anno in Italia a Badia Prataglia (Ar).
La novità più grossa della manifestazione è sicuramente la lunghezza del percorso: seguendo le direttive della IAAF, è stata decisa un'alternanza annuale tra percorsi lunghi (80/100 km) e percorsi più brevi intorno ai 50 km, forse anche nel tentativo di avvicinare al trail nazioni che hanno una cultura della corsa in montagna, ma meno di ultradistanze. Il percorso di Badia Prataglia sarà infatti di 48,7 km per circa 3.000 metri di dislivello: presenta parecchi tratti corribili e pochi pezzi realmente tecnici, con passaggi nelle splendide foreste casentinesi. Si corre a basse quote (punto più alto i 1.391 metri della Crocina), e con un passaggio anche al Monastero di Camaldoli.
Anche se da parte di alcuni questo accorciamento non ha avuto un riscontro favorevole, gli atleti delle nazioni più blasonate hanno comunque risposto all'appello, e la lista partenti rivela parecchi nomi di spicco.
Cominciando (ça va sans dire) dalle donne, vediamo le favorite.
I due squadroni, in campo maschile come quello femminile, saranno Spagna e Francia. Iniziando dai cugini d'oltralpe (ma poi perché devono per forza essere sempre nostri cugini? Mah...) va subito detto che la campionessa in carica Caroline Chaverot non sarà al via. Ci sarà invece la sua “nemica” numero uno Nathalie Mauclair, già due volte vincitrice al Mondiale. Pochi dubbi sulla qualità del soggetto, così come sulla sua proverbiale grinta... ma ci aveva abituato a gareggiare in maniera seriale, mentre negli ultimi due anni ha concentrato lo sforzo sulla MdS. Chissà come si presenterà al via di una gara breve e nervosa come si preannuncia quella italiana.
Dietro di lei, Anne Lise Rousset che con il secondo posto (per la seconda volta) a Transvulcania ha ribadito di essere in gran forma (già quarta al Mondiale di Annecy). Per qualche motivo i selezionatori francesi non l'hanno messa tra le donne che porteranno punti nel team preferendole altre runner: che sia uno stato di indicazione sulla sua forma?
Dalle gare qualificanti, sono usciti però altri nomi interessanti per i francesi. Forse il più accreditato è quello di Adeline Roche, vincitrice al Ventoux che è sempre una gara micidiale. Poi Lucie Jasmin e Sandra Martin, che hanno mostrato su queste distanze il ritmo giusto.
Le iberiche rispondono con due pezzi forti: Azara Garcia e Gemma Arenas. La prima dopo un ottimo 2016 ha iniziato questa stagione con una grande vittoria a Transgrancanaria, ma non lasciatevi trarre in inganno, la sua vera specialità sono le distanze brevi, ed è per questo che il tracciato casentinese le si adatta alla perfezione. Seconda nel 2016, vuole provare a scalare l'ultimo gradino. Ma dovrà vedersela prima di tutto con la Arenas, che quest'anno ha già conquistato il titolo nazionale. Da tenere d'occhio anche Anna Comet, che completa il tridente d'attacco spagnolo.
Tutto già deciso, sfida in famiglia? No, manco per sogno.
Sebbene non sembri all'altezza della squadra maschile, gli USA portano comunque una sicura contendente alla vittoria finale, Megan Roche, e almeno due o tre possibili sorprese.
La Roche è virtualmente imbattibile negli States sui 50 km, ed ha esperienza internazionale avendo già corso i Mondiali di corsa in montagna: sembra davvero in gran forma e con il coaching del marito David potrebbe rovinare i piani delle due superpotenze europee. A darle manforte Caitlin Smith, se riuscirà ad adattarsi ai terreni europei, e la veterana Anita Ortiz, una vera leggenda del trail running americano, anni 53, madre di quattro (con una figlia in Nazionale di Corsa in Montagna), con un palmares spaventoso che spazia dal Campionato Nazionale di Corsa in Montagna, a Pikes Peak Marathon alla Western States 100.
Ma la grossa sorpresa potrebbe essere Ladia Albertson-Junkans: è forse la più veloce del gruppo, ha poca esperienza, ma compensa con l'entusiasmo. Bisogna vedere come risponderà negli ultimi 10-15 chilometri, ma secondo me proverà a fare gara di testa da subito dietro a francesi e spagnole.
Le inglesi arrivano in Italia pronte a difendere il bronzo a squadre preso in Portogallo. Se Jo Zakrzewski è più conosciuta per le sue qualità di stradista, con ottimi risultati sulla 100 km ed anche alla Comrades, Jo Meek è sicuramente una candidata a fare a pugni per i primi posti. A parte il settimo posto in Portogallo l'anno scorso, Jo ha un secondo posto alla CCC ed un ottavo alla TNF 50 a dimostrare che con le prime della classe ci può tranquillamente stare. Grintosa e determinata, potrebbe tranquillamente avvantaggiarsi del percorso breve, vista anche la sua velocità di base.
Parecchie altre individualità interessanti guardando la lista partenti: in primis Ragna Debats, l'olandese trapiantata in Catalunya che l'anno scorso con una gara attenta è riuscita ad arrivare terza. Con il quarto posto a Transvulcania ha fatto capire che non è stato un caso: sicura protagonista. Se la croata Sustic è comunque più una centista da strada, le due ceche Michaela Mertova e Katarina Matrasova potrebbero invece dire la loro, specie la prima che ha già una discreta esperienza internazionale. Annie Jean dal Canada ha chiuso il 2016 col botto con un quarto a San Francisco nella TNF 50, e viene dalla corsa in montagna: forse è meglio gettare un occhio anche a lei!
Chiudiamo con le speranze italiche: inutile negarlo, gli ultimi risultati raggiunti ci dicono che Silvia Rampazzo sarà la nostra punta di diamante. Con un'annata in grandissima crescita, il secondo posto di Zegama ci ha confermato che abbiamo in squadra una campionessa di valore assoluto Se ha recuperato bene, meglio che stiano tutte attente. Se la distanza sembra troppo breve per Lisa Borzani, Barbara Bani e Gloria Giudici che vengono dalla corsa in montagna potrebbero fare una bella gara. Completano Lidia Mongelli e Lara Mustat. Poche le speranze di ritornare sul podio a squadre come ad Annecy, ma il gruppo è un bel mix con provenienze diverse a cui va tutto il nostro incondizionato tifo!