Hernando e Roche campioni del mondo. Ma l’Italia vola con le azzurre

di Leonardo Soresi

foto (c) Fabio Fusco

 

Luis Alberto Hernando aveva scelto i mondiali di trail come obiettivo principale della sua stagione, rinunciando anche a tentare il quarto successo di fila alla Transvulcania pur di presentarsi a Badia Prataglia nel pieno delle forze. La gara è stata subito lanciata, con il team USA che ha provato a spararsi tutte le proprie cartucce nei primi chilometri, con Andy Wacker in testa e altri tre atleti nei primi dieci. Dopo la sfuriata iniziale della squadra a stelle e strisce è stato il francese Cedric Fleureton, ex triatleta di livello internazionale, a tentare di sorprendere Hernando, ma il suo vantaggio massimo non è salito mai al di sopra dei due minuti (39° km). Da lì fino alla fine lo spagnolo ha cambiato marcia, andandosene in solitaria, presentandosi al traguardo in solitudine e confermandosi campione del mondo. Ma tutta la squadra spagnola ha espresso un dominio incontrastato: il simbolo è Cristofer Clemente secondo a un minuto da Hernando, dopo una gara incredibile tutta in rimonta (31° al 9° km, 18° al 25° km, 9° al 29° km, 8° al 35° km, 4° al 39° km). Un oro a squadre ribadito dal quinto posto di Dani Garcia, il settimo di Miguel Caballero, il decimo di Pablo Villa: un dominio incredibile.

La delusione più grande è arrivata dalla Francia, oro un anno fa in Portogallo, che qui si deve accontentare dell’argento, grazie a Fleureton (terzo), Pommeret (sesto) e Benoit Cori (14°) con Nico Martin, secondo l’anno scorso, qui appena 19°.

Assente il tanto atteso Marco De Gasperi, il migliore degli azzurri è stato Christian Pizzatti (12°) seguito da Stefano Fantuz (16°) e Luca Carrara (24°), che hanno portato la nostra nazionale al quarto posto, a non grande distanza dagli Stati Uniti (medaglia di bronzo).

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Se la gara maschile ha visto il successo della roja, tra le donne le petit bleues, si confermano in assoluto le più forti al mondo. Per il quinto anno di seguito infatti è una francese a laurearsi campionessa del mondo (in precedenza Maud Gobert nel 2011, Nathalie Mauclair nel 2013 e 2015 e Caroline Chaverot l’anno scorso). Questa volta è toccato ad Adeline Roche, un nome nuovo nel trail, con un passato sulla pista e sul cross (oltre che un 2h38’ in maratona!), che ha sfruttato al meglio le sue caratteristiche di velocità su un percorso non troppo tecnico come quello di Badia Prataglia. Eppure sui chilometri finali, dopo una caduta, era stata raggiunta dalla compagna di squadra Amandine Ferrato, che ha rinunciato a superarla, lasciandole la vittoria arrivando appena tre secondi dopo.

E poi… e poi le nostre incredibili azzurre. Che ogni anno ci portano una medaglia e colorano con un po’ di azzurro il cielo del trail. E poi… e poi Silvia. Silvia Rampazzo che dopo averci regalato due settimane fa un secondo posto a Zegama, qui ha scavato nelle sue residue energie cogliendo un bronzo individuale e trascinando la nostra nazionale all’argento, grazie anche a Gloria Rita Giudici (12°) e Barbara Bani (15°) che hanno relegato le spagnole al terzo posto. L’immagine di Silvia avvolta al traguardo dal tricolore sarà il ricordo indelebile di questa edizione dei mondiali italiani di trail.

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Classifica maschile

1) Luis Alberto Hernando        (Spagna) 04:23:31 
2) Cristofer Clemente (Spagna) 04:24:31 
3) Cedric  Fleureton (Francia) 04:28:03 
4) Henri Ansio (Finlandia) 04:29:24 
5) Daniel Garcia (Spagna) 04:29:30
     
12) Christian Pizzatti (Italia) 4:42:56
16) Stefano Fantuz (Italia) 4:45:21
24) Luca Carrara (Italia) 4:54:24
32) Massimo Mei (Italia) 4:59:19
53) Fabio Ruga (Italia) 5:14:00

 

Classifica femminile

1) Adeline Roche (Francia) 5:00:44
2) Amandine Ferrato (Francia) 5:00:47
3) Silvia Rampazzo (Italia) 5:11:07
4) Ragna Debats (Olanda) 5:14:16
5) Nathalie Mauclair (Francia) 5:16:10
     
12) Gloria Rita Giudici (Italia) 5:25:36
15) Barbara Bani (Italia) 5:28:25
21) Mongelli Lidia (Italia) 5:36:31
24) Lisa Borzani (Italia) 5:38:22
35) Lara Mustat (Italia) 5:56:05