Ultrabericus preview. A caccia di maglie azzurre!

di Francesco Rigodanza

I giochi non sono ancora fatti. Dopo lo iellatissimo weekend di Firenze serve ancora una prova sul campo per definire la squadra nazionale. Serve Vicenza, serve l’Ultrabericus (65 km 2500 m+). La FIDAL ha comunicato che i primi due al traguardo vestiranno la maglia azzurra, e per quei dannati due posti c’è un sacco di gente pronta a scannarsi mettendo in pericolo il record del percorso (ma anche con relativo aumento del rischio di “saltare”, in questa gara già altamente probabile tra i top).

 

 

Partiamo da chi due settimana fa ha vinto a Firenze: Stefano Rinaldi e Andrea Macchi, compagni di squadra, compagni di allenamenti e a giudicare da come stanno andando anche compagni di forma. La vittoria a Firenze dovrebbe già metterli dentro la lista dei qualificati ma Stefano dovrebbe essere comunque alla partenza di Piazza dei Signori per mostrare che quel risultato sui 42 kM non è un caso.

 

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Dovrà però guardarsi le spalle da chi a Firenze gli è arrivato appena dietro ossia la sorpresa Giovanni Tacchini, ma anche Christian Pizzatti, Christian Modena e Roberto Mastrotto. Il divario era di pochi minuti. Hanno tutti tanta velocità nelle gambe, lo hanno mostrato due settimane fa, ma 20 km in più di gara possono cambiare tutto.

All’Ecotrail ha corso anche Riccardo Borgialli, non è arrivato al traguardo complice un errore di percorso degli apripista al 30° chilometro, ma fino a lì comandava lui la gara insieme ai suoi compagni di squadra. I tecnici non se lo sono dimenticato e sarà l'osservato speciale. Siamo sicuri che vorrà dimostrare di nuovo di poter arrivare davanti a tutti.

Ci sono poi quelli che a Firenze, pur essendo iscritti, non sono neanche riusciti a partire, o peggio ad arrivare. Giulio Ornati, Marco Zanchi e Carlo Salvetti hanno di sicuro esperienza e risultati dalla loro, ma siccome è marzo siamo senza riferimenti e non sappiamo il loro attuale stato di forma. Certo che se vengono fino a Vicenza mica lo fanno per andare a fare l'aperitivo in piazza (peccato, non sanno quel che si perdono).

Si ma non finisce qua. In campo nazionale il parterre di Vicenza è veramente il più ricco mai visto in una gara di UltraTrail! Stefano Fantuz, già campione italiano, era iscritto per fare un buon test in vista di Penyagolosa e ora si trova il mondo contro. Luca Miori ha vinto quella che è la prova generale pre-Ultrabericus (AIM Energy Trail) e proverà a migliorare il piazzamento fuori dal podio dell’anno scorso. Siamo felicissimi di rivedere Simone Wegher di nuovo di corsa (anche se va sempre di fretta!), qui ha già vinto, qui si è già ritirato, speriamo scelga l’opzione giusta! Marco Menegardi l’anno scorso ha trionfato abbattendo un tempo record che reggeva da prima che il 90% di questi atleti iniziasse a correre sui sentieri. Sa bene che la gara inizia dopo il 35° km. Così come lo sa Fabio Di Giacomo che di queste zone è grande esperto e che si appresterà a raccogliere cadaveri lungo la strada che riporta a Vicenza. Ma il più esperto di questa corsa è sicuramente Filippo Dal Maso, quest’anno ha smesso di fare le vacanze relax in Canada e sembra correre forte. Chissà.

 

 

Passiamo al lato femminile. Anche qui chi ha vinto a Firenze, Lisa Borzani, torna a Vicenza per essere sicura di accaparrarsi l'Erasmus in Spagna a Maggio. Qua ha già corso due volte ma ancora le manca la vittoria, ci proverà.

Seconda due settimane fa, Francesca Pretto, riparte da Piazza dei Signori sperando di ritrovare forma e cattiveria di un anno fa, quando trionfò davanti a tutte. Fu l’inizio di un anno magico culminato con il 10° posto alla CCC. Chissà che i Berici le portino bene. Sul podio di Firenze c’era anche Maria Elisabetta Lastri, nuovo nome del panorama Trail, migliora in fretta e può giocare qualche scherzetto alle favorite. Al via ritroviamo anche Virginia Oliveri e Giulia Vinco che all’Ecotrail avevano terminato appena fuori dal podio.

Chi parte però come favorita numero uno è Lidia Mongelli, campionessa italiana a fine settembre, già certa della nazionale si misurerà anche lei in un ottimo test pre-Penyagolosa.

Per un posto tra le prime ci aggiungiamo Michela Uhr, ormai senatrice della gara e vincitrice nel 2016 e Alessandra Boifava quarta l’anno scorso.

 

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L’Ultrabericus alla fine è sempre quella. 65 km e 2500 m+ veloci e muscolari. I primi non camminano mai. Eppure per quanto sia apparentemente facile e ben nota i ritiri sono sempre stati abbondanti, catalizzati da quei maledetti 10 km iniziali in cui, spinti dalla foga e dall’adrenalina, si spinge oltre a quello che sarebbe giusto fare. Seppure il gruppo di top runner non sia mai stato così nutrito prepariamoci a qualche sorpresa, qualche nome nuovo e qualche DNF inaspettato.

Buoni Berici.