Virus (editoriale)

di Matteo Grassi

22.02.2020

 

Di solito nell’editoriale affronto il tema del mese.

Avevo già in mente qualcosa sull’argomento. Perché come a tutti, anche a me in oltre trent’anni di “carriera” sportiva è successo di dover fare i conti con qualche incidente di percorso, come una bendelletta incazzata, una fascite dispettosa, o i tendini delle caviglie che si ribellano agli sforzi cui li costringo.

Volevo scrivere qualcosa di saggio e rassicurante, qualcosa che potesse servire a chi è anagraficamente e sportivamente più giovane di me.

Ma non ci riesco.

Perché ho il telefono che da stamattina continua a vibrare e a lampeggiare.

Decine di messaggi da varie chat tra cui federazione, giudici, eps, organizzatori, amici…

È allarme virus.

Tutte le manifestazioni sportive oggi sono state annullate. Dalle gare di atletica alle tapasciate domenicali. E nessuno sa prevedere cosa succederà. Intanto sono state dichiarate chiuse università, scuole, musei e sospese tutte le manifestazioni e iniziative pubbliche o private. Non si è svolto il mercato e non si festeggerà il Carnevale. Due paesi (per ora) sono stati blindati. Strade chiuse, negozi chiusi. Non si entra e non si esce. Mentre scrivo quest’articolo mi informano che rimane chiusa anche la mia palestra...

Ieri ho corso dalle prime ore del mattino fino al buio della sera, e pure oggi sono tornato sui sentieri, incontrando pochissime persone. Ho respirato l’aria a pieni polmoni, ho sudato e sputato per terra, come niente fosse. Come se il virus non fosse lì vicino a me. Ieri lo vedevo dalle rocce di Lumignano, oggi lo dominavo dalla cima del Monte Grande. Non il virus, ovviamente, ma il paese incriminato.

Non so bene cosa pensare. Mi inquieta quest’aria da pre apocalissi. E in fondo mi fa un po’ paura. No non mi spaventa il virus, ma quello che può comportare. Non è la febbre, non è il raffreddore, ma è la quarantena e il dover stare isolato, a impensierirmi. Non voglio smettere di fare ciò che mi piace per colpa di un infimo “parassita”.

Mi rendo conto che per la prima volta nella mia vita sta per succedere qualcosa che potrebbe limitare la mia libertà.

Chi vivrà vedrà.

 

Editoriale - SPIRITO TRAIL, 134, Marzo 2020

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