a cura di Maurizio Scilla e Matteo Grassi
foto © Alexis Berg / Salomon
Il francese François D’Haene è un’icona del mondo trail, difficile tenere il conto di quante gare ha vinto.
Indimenticabili le 4 vittorie all’UTMB e alla Diagonale des Fous alla Réunion, per non parlare del successo in terra statunitense all’Hard Rock 100.
Della gara che organizza, Ultra Spirit, ultratrail davvero fuori dagli schemi di cui abbiamo parlato pochi giorni fa.
Come atleta questo è stato un anno decisamente sfortunato, prima una frattura del malleolo e un problema all’anca poi.
Risolti gli acciacchi ha ripreso ad allenarsi alla grande.
Questi potrebbero essere i primi giorni di allenamento in vista del Tor 2024, come ha dichiarato alla testata francese L’Equipe pochi giorni fa.
Incuriositi dalla notizia abbiamo provato a pungolarlo con qualche domanda.
François, dopo essere stato scoperto a perlustrare le alte vie della valle d'Aosta in compagnia di Giuliano Cavallo durante il Tor, hai da poco dichiarato a L’équipe: "Le Tor me trotte de plus en plus dans la tête".
Hai dunque messo in programma il giro dei Giganti per il settembre 2024?
Si, è una cosa che mi frulla nella testa, ma non so rispondere in che anno, 2024, 2025 o 2026. Perché ho avuto anno difficile in termini di infortuni, devono ancora rimuovermi delle viti e una placca. Quindi se tutto va bene perché non il 2024?! Ma è troppo presto per dirlo ora.
È indubbio che al Tor non c'è la stessa partecipazione di atleti élite che c'è al UTMB. Però in passato alcuni trailrunner di primissimo livello si sono cimentati con questa dura prova. Ricordiamo per esempio Iker Karrera e Javier Dominguez Ledo, entrambi autori di ottime prestazioni... eppure è di Franco Collé il miglior tempo su questo percorso: 66h 43' 57". Franco che tra l'altro è stato vincitore per ben 4 volte! Cosa ne pensi? Pensi che sia un crono per te facile da raggiungere o superare?
Non puoi paragonare l’UTMB e il Tor perché sono due cose completamente differenti, l’UTMB per molti atleti e anche per me è già un trail veramente lungo e difficile, ho già difficoltà a gestire 12 ore, non voglio immaginare cosa sia gestire 50/60 ore, qualcosa di completamente differente. Il trail è una disciplina ancora giovane, che è in evoluzione.
Il Tor è un’avventura che mi attira, non o se attirerà molti atleti élite perché è un altro modo di correre, un’altra velocità e avventura.
In molti vedono la tua possibile partecipazione come un confronto decisivo per misurare l'effettivo valore delle prestazioni registrate in dodici annate di Tor. Quale credi possa essere il tempo limite per questa prova?
"Confronto decisivo" per misurare il livello di performance è una parola grossa, soprattutto quando si tratta di una prima partecipazione. Penso che ci siano tante cose da sistemare. Ho già fatto delle cose lunghe, sui 300 km, di 60 ore, ma solo una o due volte e penso che ci sia veramente tanto da scoprire. Quando penso a Franco Collé o altri trailers, che ogni anno scoprono nuove cose e fanno esperienza, penso che sia difficile fare qualcosa di super performante alla prima esperienza. Al debutto bisogna gestirsi, non prendere troppi rischi, bisogna soprattutto conservare un margine per poter proseguire. Sinceramente non so dire che tempo si possa realizzare e se il tempo di Franco sia migliorabile.
Chi è l'atleta attualmente in attività che pensi potrebbe essere maggiormente a suo agio in un'endurance trail di 330 km e 24.000 m+?
È difficile dire, il Tor richiede una preparazione specifica, quindi non ci sono molti atleti che si dedicano a quel format di gara. Se penso a Franco e Romain, quest’anno hanno corso tanto insieme, hanno studiato a fondo il percorso e le caratteristiche, cercando di trovare il ritmo giusto per quella distanza, penso che siano i due atleti dalle più alte perfomance. Potrebbe essere che ci siano altri atleti che spostano l’obiettivo su quella distanza, ma bisogna essere cauti perché stiamo parlando di un percorso tre volte più lungo dei classici 100 km.
Come si inserirà il Tor nella tua prossima stagione? Farai anche altre gare importanti per esempio del circuito UTMB?
Se si concretizzerà e potrò metterlo in calendario, nel 2024 o 2025, sarà chiaramente l’obiettivo principale dell’anno. L’idea è di fare anche altre gare, ma mi concentrerò sul ritmo senza l’obiettivo del risultato e come preparazione.
Quando mi lancerò sul Tor, penso di doverci arrivare con freschezza e voglia, quindi farò altre corse ma saranno decisamente un obiettivo secondario.
Pensi di modificare la tua preparazione atletica?
Per quanto riguarda la preparazione, l’idea è che quest’inverno metterò negli allenamenti del “fondo” e dei lavori di qualità. Più avanti invece penso che cambierà un po’, perché preparare l’UTMB o l’Hard Rock non è la stessa cosa che preparare una gara di 60 ore. Dovrò modificare qualcosa e imparare a correre a ritmi più lenti e differenti.
Rispetto all'alimentazione o al sonno, che preparazione hai in mente?
Dovrò fare delle prove, dovrò divertirmi e informarmi, chiedere a chi il Tor l’ha già corso. Con Franco e Romain ne abbiamo già parlato, sono uscite cose molto interessanti. È tutto molto utile, ma dovrò fare la mia esperienza e ho davvero voglia di dedicarmi a fondo a questa nuova avventura.