Ultrasfigati e lamentini, siete pregati di andare aff…

di Zach Adams, dal blog MIDPACK ZACH. Traduzione di Diego Trabucchi

Prima di tutto mi scuso se qualcosa in questo articolo ti offenderà: il linguaggio, la mancanza di correttezza politica o il contenuto. Anzi no: se ti ritieni offeso dal linguaggio, dal contenuto o dal tono di questo scritto, TU sei il problema. Se non ti piace, fottiti! Vattene a rompere i coglioni o a piagnucolare da qualche altra parte e smettila di lamentarti per delle cazzate o accusare gli altri per i tuoi problemi.

Le ultra sono distruttori di pari opportunità. Affrontare la paure e sopportare le avversità, nello sforzo di raggiungere un traguardo irraggiungibile per i più, sta alla base dell’ultrarunning. Sopravvivere e perseverare nonostante il dolore e la disperazione – per tua stessa scelta – è quello che attrae la maggior parte degli ultrarunner. Non c’è posto per lamentini e sfigati. Con la diffusione delle ultra, si sono anche diffusi i corridori che nelle gare si lamentano di continuo di ogni dettaglio che non considerano perfetto. Ho visto gente lagnarsi di alcune cose che avrebbero dovuto invece accettare sotto la propria responsabilità; in particolare ci sono alcune situazioni che mi fanno letteralmente diventare pazzo: vediamole.

Cibo e bevande ai ristori

Come ti puoi immaginare che il direttore di gara abbia previsto ai ristori tutto quello che potresti volere o necessitare? Ho realmente sentito persone, in una gara da 50 miglia, lamentarsi perché non trovavano cibo caldo vegano; ma dove credi di essere, a un cazzo di ristorante alla moda? Te lo sei scelto tu lo stile di vita, quindi portati il tuo cibo da casa! Se sei allergico alle arachidi e ti lamenti del pane-burro-marmellata [burro di arachidi NdR], mangiati le fottute patate bollite! Devi prevedere che i ristori non abbiano niente di utile per te, perché – guarda un po’ – anche a me è capitato di trovare ristori che, invece dei previsti gel energetici avevano solo caramelle gommose e M&M’s. In qualche caso ho avuto nausea per un’ora e me la sono quasi fatta addosso durante la gara, ma ho imparato una lezione importante: non dare niente per scontato. Adesso ad esempio mi porto sempre almeno 500 kcal di sicurezza per sostentarmi nei tratti di gara fra le “drop bag”, che riempio con altro cibo. In tante occasioni i ristori sono stati eccellenti e non ho avuto bisogno di usare la mia roba – e a me va bene – che poi ho mangiato dopo oppure mi sono riportato a casa. Nessun problema. Ma per favore, siate responsabili di voi stessi: i ristori devono essere un punto di appoggio, non il vostro chef personale.

Il meteo

Porca puttana. Se fa freddo copriti, se fa caldo spogliati. Ma per favore, PER FAVORE, non stressarmi sul tempo. Lamentarsi del meteo in un’ultra è come lamentarsi della terra mentre si fa giardinaggio: è stupido. Parte del divertimento nelle ultra è prevedere e superare gli imprevisti che il cielo ci riserva il giorno prima o durante una gara.

Se hai freddo alle mani, cavoli è colpa tua; piagnucolare non le scalderà. Se prendi decisioni sbagliate e non pianifichi, non è colpa del volontario che poi ti può prestare guanti e cappello (l’ho visto!), la mantella impermeabile (visto), oppure darti un sacco della spazzatura da usare come giacca a vento (visto anche questo). Ci sono persone eccezionali dello staff che fanno spesso questo genere di cose, ma non sono tenuti a farlo.

Non fare il cretino, preparati.

Il prezzo

Devo ammetterlo: mi dichiaro colpevole, mi sono lamentato del prezzo degli eventi. È stupido, perché spuntano come funghi nuove gare in tutto il Paese in ogni data, tutte con caratteristiche e prezzi diversi fra loro. Fai parlare il tuo portafoglio: se una gara ha un costo troppo elevato in rapporto al valore che ti offre, fai qualcos’altro! Anche se fosse una gara che fai da dieci anni, paga oppure fanne un’altra.

Ci sono manifestazioni di beneficenza, se è questo che cerchi; ci sono le “fatass” [una sorta di trail autogestito – NdR] e le gare costose e blasonate: trova la via di mezzo che ti è più congeniale e iscriviti. Non andare in giro a lamentarti del costo di iscrizione, specialmente dopo averlo pagato, perché questo ti rende estremamente stronzo. “Oh, costava 400 dollari l’iscrizione della gara XXX, una rapina a mano armata. Adesso mi metto a mangiare come un maiale per rifarmi della spesa”.

È un sistema di domanda e offerta: lascia che parli il tuo portafoglio, non la tua bocca.

Capri espiatori

Se hai fallito, hai fallito: fattene una ragione. Non cercare scuse con il tuo vicino di tenda che ti ha tenuto sveglio tutta la notte o con le lenzuola dell’hotel che erano troppo ruvide. Ci sono persone che cercano sempre qualcuno o qualcosa da incolpare: al lavoro ero troppo impegnato, i bambini chiedevano troppe attenzioni, i cani non avevano voglia di correre, avevo il raffreddore, il percorso era troppo duro o troppo facile, faceva troppo caldo o troppo freddo, gli organizzatori erano scarsi, il mio team era impreparato, il mio compagno troppo noioso… TUTTE SCUSE. Avevo un insegnante alle scuole medie che amava dire: “Le scuse soddisfano solo chi le inventa”. Ce lo faceva letteralmente ripetere ad alta voce ogni volta che in classe qualcuno trovava una scusa. Se per qualunque ragione hai fallito, assumiti le tue responsabilità, non tentare di dare la colpa ad altro perché quando corri un’ultra – in fondo in fondo – tutto è colpa tua.

Potrei nominare diverse altre cose che i (relativamente pochi) lamentini e gli sfigati fanno e che mi rompono incredibilmente, ma temo poi di scivolare io stesso nella pura lamentela. Continuerò a ignorare questi comportamenti, visto che non cambiano né la mia vita, né la mia condotta in gara, ma ho voluto comunque richiamarli ed evidenziarli.

Se credi che io abbia parlato di te, probabilmente è così: diventa più forte o vai a farti fottere. L’ultrarunning non è uno sport per insicuri, lamentosi, petulanti, fragili o debosciati.