Ebbene si, ci siamo, è il weekend della HARDROCK 100. La più dura, brutta e cattiva cento americana, quella a cui hanno fatto la coda tutti per parteciparvi, perchè c'è un modo solo per andarci: essere sorteggiati dall'urna, o vincerla.
Il sorteggio ci regala anche quest'anno una gara battagliata, soprattutto tra gli uomini dove davanti si preannuncia un duello mortale tutto targato Europa. Ma vediamo nel dettaglio, dando la precedenza come sempre alle signore.
WOMEN
Partiamo dalla vincitrice 2015, la neozalendese Anna Frost. Una vittoria voluta, battagliata e conquistata nella sua seconda 100 miglia di sempre, dopo un duello lungo ottanta miglia con Darcy Piceu. Bissato qualche settimana dopo dal completamento dei Nolan's 14, un micidiale giro di vette ad alta quota. Torna, ed i favori del pronostico le toccano, anche se quest'anno a Transvulcania, che era uno dei suoi terreni di caccia, fa solo settimo, e a Madeira Ultra Trail infila un terzo posto. Come al solito nessuno sa come sta realmente Anna, ma le voci dicono che è da tempo sul percorso ad allenarsi e prepararsi in maniera religiosa.
La prima possibile inseguitrice è la catalana Emma Roca, una che negli Stati Uniti ha sempre gareggiato tanto e bene: quinta alla Western States ed undicesiuma alla TNF 50, due vittorie a Leadville e RunRabbitRun... insomma un palmares di rispetto sulla distanza. Sulla carta, poche gare le si adattano più della Hardrock, ed è una che non ha certo paura della battaglia. Sicura protagonista.
In tanti danno Bethany Lewis sicura protagonista: la distanza la conosce bene perchè ha vinto Bear (come la Frost) e Wasatch, e in questi anni ha sempre fatto grandi cose (come il record del R2R2R del Grand Canyon) rimanendo sempre un po' nell'ombra. Possibile sorpresa.
Un nome interessante potrebbe essere Meghan Hicks, la compagna e socia di Bryon Powell di IrunFar. Solitamente rende al meglio sugli eventi multiday come la MdS che ha anche vinto, ma qui ha già corso e quando è in forma è una competitor di prima categoria. Patisce l'altitudine come aveva dimostrato anche al Tor.
Si apre poi un doveroso capitolo sulle veterane della corsa. In primis, per le posizioni che contano, va contata Darla Askew, che negli ultime tre partecipazioni ha portato a casa un terzo, un secondo ed un altro terzo. Un pedigree da non sottovalutare su una gara così dura. Sarebbe criminale non citare le due Betsy, Betsy Kalmeyer (seconda nel 2014, sedici volte finisher) e Betsy Nye, (terza nel 2014, quattordici volte finisher): due lady di ferro delle San Juan Mountains.
Ancora in lista di attesa, Kate DeSplinter che dovrebbe comunque essere al via: appena sposata con l'ultrarunner Dominic Grossman, ultraPanda aspettava da anni la possibilità di correre la HR, possibile candidata alla top five. E anche Darcy Piceu, una delle protagoniste assolute degli ultimi anni aspetterà la chiamata del RD Dale Garland: qui ha vinto nel 2012 e nel 2014, ed altre quattro volte è arrivata seconda. Ha davanti quattro persone nella veteran list, ma non è detto che venga anche il suo momento da qui a sabato.
MEN
Inutile nasconderci, quello che tutti si aspettano è il duello Kilian Jornet versus Xavier Thevenard.
Kilian Jornet ha dimostrato negli ultimi due anni perchè ci teneva tanto a fare questa gara: dopo aver annichilito di quaranta minuti il record di Skaggs, ha frantumato anche quello nell'altra direzione, in entrambi i casi limando quaranta minuti e l'anno scorso perdendosi anche per una mezz'oretta. Brutale. Non penso ci sia un'altra 100 che gli si addica più della Hard Rock: è semplicemente la sua gara e a Zegama ha dimostrato che quando decide di fare brutto, deve ancora arrivare quello che lo mette in un angolo.
Detto questo, in tanti credono che Xavier Thevenard sia il possibile erede del catalano di casa Salomon. Preparazione maniacale, un buon team di supporto, un motore perfettamente calibrato per certe distanze, se non fosse per l'evidente vantaggio di Kilian nel conoscere gara, ambiente e percorso, sarebbe quasi da metterli sullo stesso piano in partenza. Dopo aver vinto CCC, UTMB e TDS, l'anno scorso è tornato all'UTMB ed ha fatto quello che voleva. Vittoria, recorrd e dominazione assoluta. E se si attaccasse a Kilian e non lo mollasse fino alla fine?
Gli americans? Due nomi su tutti: il primo è Jason Schlarb, che dopo essersi fatto il percorso con gli sci questa primavera si è installato in zona Silverton da un mese e sta macinando. Ha vinto RunRabbitRun due volte ed è uno dei pochi yankee ad aver fatto davvero bene all'UTMB e finito la Diagonale. Quindi distanza e tipo di gara gli sono decisamente congeniali. Non lo vedo a disturbare i due sopra, ma mai dire mai. L'altro è un incognita assoluta, e cioè Timothy Olson. Dopo due anni in cui sembrava imbattibile, con record del percorso alla Western States, vittorie multiple, un buon piazzamento all'UTMB, il crollo. Difficoltà alla Hardrock dove finisce soffrendo, ritiro all'UTMB, ritiro a Lavaredo e prestazioni decisamente sottotono ad altre gare. Quest'anno diceva di aver risolto i suoi problemi di stomaco, ma nelle uscite finora fatte non ha dimostrato un decimo della classe cristallina che aveva tirato fuori nel 2012/13. Too much, too young.
Un nome molto più spendibile sarebbe Jeff Browning: grande esperienza di 100 miglia, appassionato di gare dure e montane, sempre preparato, sempre costante. Ma due settimane fa ha fatto una cosina come arrivare terzo alla Western States. Un certo Nick Clark qualche anno fa aveva fatto terzo alla WS e terzo alla Hardrock, con il miglior tempo combinato di sempre. Lo dico? Non mi meraviglierei per niente se Jeff ripetesse l'opera e migliorasse anche il tempo. Tenetelo d'occhio.
Già Nick Clark. Indovinate dove lo ritroviamo? Propio sulla linea di partenza della HR. Non sembra il Nick che metteva paura a tutti cinque anni fa, ma resta un runner di primo livello. Conosce bene il percorso e sa stringere i denti, non molla mai con puro spirito battagliero brit. Se il gioco si fa duro potrebbe anche trovarsi uno spazio lassù vicino al podio.
Ryan Kaiser è uno dei nomi nuovi dell'ultrarunning americano: undicesimo alla Western e nei dieci alla TNF 50, vittoria a Waldo 100k, insomma un'annatta prestigiosa. Qui si trova di fronte ad una brutta bestia, ma non mi meraviglierei di vederlo comparire tra i cinque a metà gara, e da lì chissà cosa può succedere.
Infine il blocco dei veterani, cominciando doverosamente da Scott Jaimie, che con otto finish è uno dei golden members della famiglia HR. Costante, sempre sul pezzo, esperto, è un altro che starà nella mischia da subito. Come Troy Howard, due secondi posti ed un quinto in tre partecipazioni: non lo mettiamo tra i possibili protagonisti? E anche Joe Grant il bello, ultimamente non ha tirato fuori prestazioni esaltanti, ma qui alla Hardrock il suo l'ha fatto: sesto al debutto nel 2011, poi secondo nel 2012 con una gara esaltante ad inseguire Hal Koerner fino alle ultime miglia. Fu un duello entusiasmante dove Joe aveva dimostrato tutta la sua classe quando il terreno si fa duro. Tornerà protagonista sulle San Juan Mountains?
Infine, menzione specialissima per Andy Jones-Wilkins, che dopo aver guadagnato la fibbia delle dieci volte sotto le 24 ore alla WS, viene alla Hardrock dove ha già un quinto posto nel 2009. Operato all'anca lo scorso anno, sembra si sia ripreso alla grande con settimane di allenamento di prima qualità. Attenti che il lupo perde il pelo ma non il vizio, e AJW sa quando è ora di aspettare e quando è ora di attaccare.