INTERVISTA A TIM TOLLEFSON

SPIRITO TRAIL 112, aprile 2018, pagine 12-15

 

Sulle pagine della rivista qualche tempo fa vi abbiamo presentato Tim Tollefson, simpatico atleta statunitense, che con i suoi sorrisoni e i “gimme five” nelle passerelle d’arrivo dell’UTMB, uniti alle ottime prestazioni, ha conquistato il pubblico europeo.

Andiamo a rileggere quell'intervista e a scoprire cosa si nasconde dietro a quell’aria un po’ scanzonata alla Jim Carrey?

Un atleta serio e con grandi potenzialità, intenzionato niente meno che a diventare uno dei massimi interpreti dell’ultra trail running a livello nazionale ed internazionale.

 

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Intervista di Cristina Murgia

 

Ciao Tim, ci racconti qualcosa di te?

Mi chiamo Tim Tollefson, ho 33 anni, lavoro a tempo pieno come fisioterapista e vivo con mia moglie Lindsay in California, nella meravigliosa Mammoth Lakes.

Quando ero piccolo non riuscivo proprio a stare fermo, così i miei genitori mi mandarono a giocare a baseball, ma detestavo questo sport, che consideravo lento, noioso e inattivo.

Preferivo correre in tondo da solo intorno al campo, in attesa che succedesse qualcosa. Crescendo ho poi scoperto gli sport di squadra, nei quali eccellevo, come l'hockey, la pallavolo e il calcio, mentre durante la scuola superiore mi sono innamorato della corsa e mi sono dedicato alla pista e al cross country.

 

Quando e perché hai iniziato a correre? Perché proprio il trail running e le ultra distanze?

Ho iniziato a correre per stare in forma e allenarmi per il calcio. Quando frequentavo la scuola superiore credevo che la distanza dei 3200 metri fosse dolorosamente lunga! È stato solo all'Università che ho iniziato a spingermi verso un maggior chilometraggio settimanale e verso le lunghe distanze. Gli anni che ho trascorso alla Chico State University hanno davvero segnato la mia futura carriera come maratoneta e ultra runner.

Dopo il College mi sono concentrato per diversi anni sulla maratona, inseguendo lo standard di qualificazione nei trials, per i Giochi Olimpici. Alla fine mi sono bruciato e ho perso l'entusiasmo. Avevo bisogno di qualcosa per rinvigorire la mia passione per la corsa e questo è stato l'impulso che mi ha spinto ad iniziare a praticare il trail e correre le ultra distanze, nell'autunno del 2014.

 

Quali sono i tuoi programmi per il 2018? A quali gare parteciperai e quale sarà il tuo obiettivo principale?

Il mio grande obbiettivo per il 2018 è stabilire una connessione con la comunità mondiale di runner, promuovendo la salute e il benessere attraverso pratiche sostenibili.

Correre ha il potere di cambiare il mondo e spero di poter contribuire nel mio piccolo a questo cambiamento di cui abbiamo tutti un bisogno disperato.

Per quanto riguarda le gare invece, il mio obiettivo principale sarà ancora l'UTMB. Gli ultimi tre anni in cui ho partecipato ho ottenuto dei buoni risultati, ma sono ancora alla ricerca della gara perfetta e so bene che posso ancora migliorare. Inoltre sono felice di poter partecipare finalmente alla Lavaredo Ultra Trail, durante il mio percorso di avvicinamento all'UTMB, poiché correre nelle Dolomiti è stato a lungo un mio sogno.

 

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Come e dove ti alleni? Preferisci allenarti da solo o in compagnia?

Il 90% del tempo mi alleno da solo. Questo in prevalenza è dovuto agli impegni del mio lavoro, ma ho raggiunto un certo comfort nell'allenarmi da solo, poiché diventa una buona pratica che mi permette di superare gli inevitabili momenti di solitudine che si incontrano durante una gara ultra. Si impara così a superare anche i demoni mentali che ti urlano “Fermati! Non puoi farcela!”.

A Mammoth Lakes siamo davvero fortunati: ci sono terreni molto diversi in cui correre, dalle creste tecniche molto ripide alle salite in alta quota, dai single track in pianura alle strade perfettamente asfaltate. Preferisco allenarmi su terreni vari, così da essere in grado di affrontare sempre situazioni differenti.

 

Cosa mangi per tenerti in forma? Hai qualche segreto sulla tua alimentazione e sul recupero post gara?

La mia arma segreta sono… i doughnuts (n.d.r. tipiche ciambelle americane), non ne ho mai trovata una che non mi piacesse. E anche un sacco di caffè! Sono completamente dipendente dal junk food. Forse, se imparassi a mangiare meglio, potrei vincere l'UTMB...

Per quanto riguarda invece la mia alimentazione sportiva, utilizzo i prodotti della GU Energy Labs. In particolare il Roctane drink e i gel mi hanno sempre sostenuto in tutti gli sforzi in montagna, senza causarmi alcun disturbo intestinale.

 

Tu hai partecipato sia all'UTMB sia alla TGC, in Europa: cosa pensi del trail running in Europa? Quali sono le differenze tra l'Europa e gli Stati Uniti?

Sia le gare europee sia quelle americane hanno degli aspetti positivi. In Europa, al contrario degli Stati Uniti, le gare di trail sembrano dei veri eventi sportivi, molto apprezzati e rispettati. La partecipazione numerosa, lo spettacolo e l'energia che si respira rendono l'atmosfera più simile a una delle grandi maratone cittadine, al contrario di come la maggior parte delle persone immagini invece una gara di trail.

Negli Stati Uniti invece, le gare di trail ti permettono di fare esperienze diverse non ancora del tutto commerciali, di esplorazione del territorio, immerse nella natura selvaggia

 

Qual è il tuo personale sulla maratona e altre distanze su strada?

La maratona è ancora la mia gara preferita, tra tutte le discipline. Ho un PB di 2:18:26, mentre nella mezza ho 1:06:21. Negli ostacoli (siepi?) ho invece un personale di 8:56.

 

Per ben due volte sei arrivato terzo all'UTMB. Lo scorso anno hai combattuto con i più forti atleti al mondo: hai mai pensato di poter salire sul gradino più alto del podio?

Devo sempre tenere a mente che corro le ultra distanze da poco. Ho corso solo due 100 miglia, e in entrambi i casi si trattava dell’UTMB. Molti dei miei avversari hanno anni, a volte un decennio, di esperienza. Sono convinto che con l'allenamento e la pratica, i consigli, i fallimenti e gli esperimenti, riuscirò a salire sui più importanti podi del mondo.

 

Qual è la distanza che vorresti correre al meglio?

Le gare di 50 km e le 100 miglia mi stanno appassionando molto. Non posso dire lo stesso per le medie distanze. Il mio sogno? Vincere l'UTMB, la Western States e un titolo nazionale su una 50 km.

 

Chi è secondo te l'atleta americano più forte nelle 100 miglia?

Uhm... a dire la verità è come se tu mi avessi chiesto di paragonare le mele alle arance o all'ananas. Zach Miller, David Laney, Tim Olson, Axel Nichols e Zach Bitter sono sicuramente nella lista dei migliori!

 

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