UTMB Il giorno dopo

Ora che la gara è finita, gli atleti sono stati premiati, e tutti o quasi sono tornati a casa. Ci domandiamo: che UTMB è stata?

Sicuramente appassionante, divertente, a seguire come tifosi. Grazie ad una copertura media dell'evento, senza precedenti, che ha raggiunto livelli incredibili. Grazie ad una diretta quasi continua di oltre un giorno intero con riprese dall'elicottero, da telecamere fisse, da cameraman alle basi vita, ma soprattutto con tantissimi cameramen in movimento, bici o corsa a piedi, che hanno regalato l'opportunità di seguire la testa della corsa nei momenti topici della gara, di poter vedere e studiare le condizioni degli atleti, le espressioni del volto, l'azione di corsa...

 

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E così abbiamo visto la corsa saltellante di Jim Walmsley contrapposta al passo veloce di Kilian Jornet durante le prime battute di gara. Abbiamo visto Zach Miller all'attacco, tanto per cambiare, con una corsa un po' goffa, ma velocissima... Poi, uno alla volta, uomini e donne, abbiamo visto "saltare" quasi tutti i favoriti. Quanti ne sono arrivati della lista dei candidati al podio? Non più del 10%.

 

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Chi per il freddo, chi per problemi muscolari, chi per problemi di stomaco, chi per reazioni allergiche alla puntura di una vespa (una spalla rotta non ha fermato Kilian alla HR 100, ma qui un piccolo insetto sì!), è stata un'ecatombe. Zach che fa smorfie di dolore, Hernando che lancia via le scarpe, Tim un po' zoppicante, Magda che si confessa a lungo col suo staff...

E alla fine chi ha vinto?

Ha vinto, più che mai nelle scorse edizioni, chi ha resistito. Chi ha resistito all'attacco kamikaze degli statunitensi, chi ha resistito alla tentazione di partire a bomba. E comunque - nonostante un crono non dei migliori - ha vinto un certo Xavier Thevenard che si porta a casa il titolo sull'UTMB per la terza volta (eguagliando il primato di D'Haene e Jornet) e che, ricordiamo, delle gare del Bianco, lui, le ha vinte tutte: UTMB, CCC, TDS, OCC.

 

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E tra le donne?

Non certo una sconosciuta da queste parti, già seconda nel 2012, signore e signori stiamo ovviamente parlando di Francesca Canepa che ha portato il tricolore sul gradino più alto del podio dell'ultratrail più importante al mondo.

 

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Ma per i nostri colori non è finita qui perché sia tra gli uomini che tra le donne abbiamo visto un ribaltamento radicale rispetto alle deludenti scorse edizioni.

Katia Fori 5a donna, dopo essere stata nelle primissime posizioni, anche al comando, e aver dovuto cedere un po' sul finale.

Stefano Ruzza, incredibilmente (sì scusaci Stefano, non è mancanza di stima, ma ci sembra ancora incredibile quello che hai fatto) 7° posto, portandosi a casa così il miglior risultato italiano dell'ultimo decennio (post Olmo per intenderci). 

Ma anche un ottimo ed incoraggiante 18° posto di Roberto Mastrotto.

E ora, la parola ai protagonisti.

 

Francesca Canepa

È andato tutto secondo i piani, ero veramente preparata, stavo bene, era tutto sotto controllo. Sono partita molto tranquilla, ma ho guardato solo alla mia gara, lasciando andare le altre che erano partite - secondo me - troppo forte. E anche se al passaggio di Les Contamines ero 23a, sapevo di valere il podio. Così ho lasciato che le cose facessero il loro corso, e alla fine ho avuto ragione.

 

Video intervista esclusiva a Francesca Canepa ©Spirito Trail

 

  

Stefano Ruzza

Sono emozionato e soddisfatto per aver raggiunto un obiettivo che inseguivo da tanti anni e che sembrava ormai irraggiungibile. È stata senz'altro la gara della vita, dove tutto è girato alla perfezione. Anche alla Diagonale de Fous ero arrivato 7° dopo una gran gara, ma qua sono andato ancora oltre.

La partenza mi è sembrata ancora più veloce del solito, e fino a Les Contamines non mi sentivo super, ma forse erano gli altri ad andare troppo forte. Verso il Col de la Seigne le sensazioni sono migliorate e quando a Courmayeur ho saputo la posizione e ho visto intorno a me tanti campioni saltati, ho iniziato a crederci. Ho faticato un po' in Val Ferret, ma quando ho saputo di essere 15°, ho ripreso a volare. Nella parte Svizzera sono sempre stato benissimo e ho fatto il mio miglior tratto di gara. Vedevo che recuperavo anche per il 6° posto, ma dopo Vallorcine e il Col de Montets non ne avevo proprio più.

Nonostante venissi da un infortunio che mi aveva costretto al ritiro alla LUT, sapevo di stare bene ed ero concentrato come mai prima, sempre con lo stesso obiettivo, stare sotto le 24 ore, col sogno impossibile di entrare nei 10, soprattutto considerando il livello pazzesco alla partenza e i tanti possibili outsiders che aumentano ogni anno. 23 ore, anche se coi tagli del Col du Pyramides e della Tete Aux Vents, credo vada più che bene, anche perché il tanto vento contrario, la pioggia, la nebbia, il fango, hanno reso il percorso più lento, e nel finale poi ho pensato solo ad arrivare, il tempo non contava più. Per la posizione poi sono andato oltre ogni aspettativa, complice forse anche lo sterminio dei favoriti, ma questa è stata la gara, una corsa ad eliminazione.

 

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Katia Fori

La mia gara è andata benissimo. Stavo bene fin da subito, con ottime sensazioni, ero serena e i chilometri passavano velocemente. Purtroppo temo di aver patito il gran freddo e vento della Val ferret. A partire dalla discesa del Col Ferret ho iniziato a sentire i quadricipiti bloccati e i primi segnali di quei dolori muscolari che mi hanno impedito poi di correre in discesa. Peccato perché stavo davvero bene ed esseremi trovata in testa alla corsa... be' ci ho provato e creduto molto. Ho ceduto il passo alle prime sul finale, ma ho comunque fatto meglio di oltre un'ora rispetto al 4° posto del 2013.

 

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Roberto Mastrotto

Sono soddisfattissimo, era la mia prima 100 miglia e sapevo che meritava rispetto, soprattutto “questa” 100 miglia! Il mio obiettivo, dopo la 4 giorni di ricognizione, era di stare circa nelle 24 ore (diciamo 23:30 se fosse andato tutto senza il minimo intoppo e 25 ore). Direi che ci ho preso abbastanza! Una cosa che ho imparato e che devo migliorare è l’alimentazione, di soli gel impossibile andare avanti con una gara così lunga.

 

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