BRUTAL TRAIL

Photo Credits © A.S.D. BRUTAL PROJECT

 

Brutal Trail, una cosa è certa, mai nome fu più azzeccato, vi chiedete il perché?

Immaginate un magnifico vigneto, il Torraccia del Piantavigna, nel comune di Ghemme, antico borgo in cui viene prodotto il prestigioso Ghemme DOCG, ora infilatevi tra i filari dei vigneti e iniziate a correre su e giù su pendenze veramente toste praticamente senza tregua, se non è brutale questo!

Domenica 31 gennaio si è svolta la seconda edizione di questa gara, tre erano le prove previste: la Brutal (40 filari – 17 km 1600 m+), la Strong (20 filari – 9 km 800 m+), la Wild (10 filari – 5 km 400 m +), con partenze a orari differenziati, mantenendo le distanze di sicurezza in zona partenza.

Quasi 500 gli atleti al via di  questa gara certamente unica, che quest’anno assegnava il titolo nazionale di “Winter Trail” CSEN.

Nella gara più lunga, la “Brutal” al via un parterre veramente notevole che vedeva alla fine prevalere Riccardo Borgialli dopo una bella battaglia con Christian Minoggio, mentre chiudeva il podio Giulio Ornati, da notare il ritiro di Franco Collé nelle ultime tornate del tracciato. Tra le donne vittoria per Giuditta Turini che ha preceduto Irene Mantica e la britannica residente in Italia, Natalie White.

Nella “Strong” a imporsi è stato Mauro Bernardini, sul secondo gradino del podio è salito Nicolò Biazzetti, seguito da Stefano Luciani, mentre in campo femminile la vittoria è andata a Giuseppina Mattone davanti a Claudia Sottocornola e Simina Burlagiu. È stato il britannico Robbie Britton a tagliare per primo il traguardo della “Wild”, precedendo Nicolò Lora Moretto e Francesco Guglielmetti, mentre Francesca Canepa è uscita vittoriosa tra le donne, davanti a Monica Moia, mentre Annalisa Diafferia e Virginia Bacchetta han chiuso al terzo posto.

 

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Cristiano Tara atleta e vice presidente dell’ A.S.D.  Brutal  Project

Com’è nata l’idea del Brutal Trail?

L’idea è nata due anni fa quando io e il presidente Mauro Martinoli, ci allenavamo la sera vicino a casa, alla ricerca delle massime pendenze possibili che potessero riprodurre quelle montane, quindi percorrevamo questi filari del vigneto “ Torraccia del Piantavigna” di proprietà dell’azienda Francoli. Con la frontale accesa, mentre percorrevamo le salite camminando, perché poi fondamentalmente tranne le prime salite che si affrontano corricchiando, si scopre che si sale nello stesso tempo, pensavamo a una gara che sarebbe stata sicuramente una corsa dei criceti ma allo stesso tempo una cosa divertente che avrebbe potuto unire il territorio e i suoi frutti, in questo caso il vino, con il trail. Allo stesso tempo avremmo potuto regalare al pubblico la vista di tutta la gara, mentre di solito i familiari vedono partire gli atleti per rivederli solo ore dopo. Nel gruppo organizzativo sono entrati anche gli amici Alessandro Guareschi e Marco Deagostini.Ci siamo incontrati poi con i proprietari, ci hanno dato la possibilità di provare e molto probabilmente li abbiamo stupiti un po’ visto il successo dell’edizione 2019.

Le caratteristiche del percorso?

È praticamente tutto erboso, tranne i tratti in piano, le pendenze tra i filari raggiungono il 30/40%, quindi son consigliate scarpe anche da cross chiodate per la distanza più breve o scarpe ben tassellate per poter avere maggiore grip in discesa. I filari non così folti han fatto sì che gli atleti fossero sempre visibili, era come vedere un albero di Natale con tante palline colorate.

State pensando anche a una versione “Night”?

Proveremo a fare un test di una gara in notturna per far sì che le palline colorate diventino delle lucciole o delle stelle.

Quanto è mancato il Terzo Tempo?

Il Terzo Tempo è la seconda parte della gara, l’edizione precedente abbiamo portato gli atleti nelle cantine del paese ad approfittare delle delizie locali e questo è sicuramente mancato. Ma abbiamo visto “la festa” negli occhi degli atleti, in quel momento abbiamo capito che era importante poter correre, poter apprezzare di nuovo le cose che fino a poco tempo fa sembravano normali.

 

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Ricky Borgialli vincitore del Brutal Trail 40 Filari

Ma è proprio Brutal questo trail Ricky? Quanto rimane nelle gambe?

Beh è sicuramente un esperienza particolare e da provare! Devo ammettere però che non l'ho patita troppo a livello muscolare, un po' penso per il terreno morbido e regolare e un po' forse per il lavoro di forza fatto nel mese precedente (quando mi sono dovuto forzatamente allenare in casa causa isolamento da covid).

Ci racconti la gara?

Al di là della follia della gara c'è stata anche della strategia, i primi filari infatti li abbiamo corsi in gruppo, cercando di ambientarci e capire quale sarebbe stato l'impegno muscolare, intorno alla metà poi ho provato a dare un accelerata e sono riuscito a creare un piccolo margine di vantaggio che ho mantenuto fino a 3 filari dal termine dove Minoggio mi ha recuperato. A quel punto abbiamo corso insieme e proprio sull'ultima salita l'ho risuperato e mi sono lanciato a tutta velocità sull'ultima discesa. Cristian non è riuscito a tenere il mio passo e così mi sono aggiudicato la vittoria. Sono veramente felice della prestazione e della risposta che il corpo mi ha dato dopo il periodo di stop, inoltre è sempre un piacere ritrovare tanti amici e campioni e poter correre insieme in una simil-normalità, per questo bisogna proprio ringraziare l'organizzazione che è riuscita a rispettare tutte le norme e ci ha permesso di correre in sicurezza.

Obiettivi 2021?

Il primo obiettivo, che è anche la prima speranza, è quella di poter correre con regolarità, dopodiché ovviamente cercherò di presentarmi al massimo della forma alle Porte di Pietra (prova unica Campionato Italiano Trail), con qualche tappa di avvicinamento come l’Ultrabericus. L'estate poi mi vedrà impegnato in Sicilia per correre la Supermaratona dell'Etna e poi a Cortina per l’Ultradolomites, con ciliegina sulla torta finale a Courmayeur per la CCC.