Testo di Maurizio Scilla
Diciottesima edizione per il CRO TRAIL (ex Gran Raid du Cro-Magnon) che nasceva nell’ormai lontano 2001, una delle prime “Ultra” organizzate in Italia.
Limone Piemonte è sempre stata la località di partenza, mentre per quanto riguarda gli arrivi, fino al 2018, sono sempre stati in territorio francese, prima a Cap d’Ail e poi a Menton, mentre nel 2019 e nel 2021 la gara si è svolta su un percorso ridotto.
Per quest’anno è stato disegnato in collaborazione con Marco Olmo, un nuovo percorso di 90 km e 5000 m+ con partenza a Limone Piemonte, che dopo aver toccato i 2100 m, degrada verso il mare e raggiunge l’arrivo di Ventimiglia.
La gara è stata contraddistinta dal caldo veramente torrido che caratterizza questi giorni l’Italia, questo clima non ha sicuramente agevolato gli atleti, infatti numerosissimi sono stati ritiri.
La gara maschile è stata contraddistinta da una lunga cavalcata in coppia del duo argentino/marocchino Pablo Barnes e Rachid El Morabity. Due atleti di rilievo, Pablo già due volte vincitore al Cro e Rachid nove volte vincitore della Marathon des Sables.
Sul traguardo di Ventimiglia è il magrebino a scattare ai 200 m dall’arrivo e imporsi in 12h14’36”, davanti a Pablo Barnes 12h14’48”, che è rimasto letteralmente sorpreso dallo sprint del compagno di giornata e superata la linea finale ha sfogato la sua amarezza (vedi l’intervista più avanti). Terzo posto per il francese Emmanuel Viltrouvé (13h26’30”), primo italiano Maurizio Ferratusco.
In campo femminile la vittoria va a Simona Demaria che conclude la sua prova in 15h03’37”. Il podio viene completato da Simona Piasentin a 39’28” e Raffaella Canino a 1h37’48”.
Airole, in provincia di Imperia è il luogo di partenza della 20 km con 1200 m+, gara solitaria per la giovane promessa Gianluca Ghiano che chiude in 1h43’27”, prevalendo per 17’45” su Gabriele Berruto terza piazza per il transalpino Yannick Halicki a 20’00”. In campo femminile successo di Alice Biasi in 2h38’25” con 23’56” sulla slovacca Lucia Raposova e 27’42” su Celestina Madugani.
ALBERTO ROVERA (Organizzatore)
Quali sono state le difficoltà maggiori?
La difficoltà più grande è dovuta al fatto che questo ultratrail si corra in due nazioni diverse, praticamente il 50% del percorso si sviluppa in Francia, e come non bastasse in due regioni diverse. E’ un lavoro triplo, la Francia per esempio richiede documenti particolari, quindi sotto l’aspetto burocratico e della sicurezza c’è un impegno non indifferente. Anche la logistica non è semplice, e la chiusura del Colle di Tenda di certo non ci ha aiutati.
L’aspetto piacevole è stato lo scouting, perché è un piacere per me andare in montagna in cerca del percorso ideale. Il balisaggio è stato effettuato da 5 persone distinte, ognuna di loro conosceva molto bene il percorso, credo che abbiano fatto un ottimo lavoro, anche se il balisaggio tenendo conto della formula “Wild” era un po’ meno importante rispetto a qualsiasi altra gara. Mentre i ristori sono stati gestiti molto bene dalle persone dei villaggi che si attraversavano, credo che siano stati più che sufficienti sempre tenendo conto che la formula non prevedeva dei rifornimenti solidi.
Soddisfatto di questa edizione del Cro Trail?
Ampiamente soddisfatto. Leggere tanti pareri positivi, anche da chi per qualche motivo si è ritirato, è motivo d’orgoglio.
La gara è stata dura, le temperature l’hanno resa ancor più selettiva, bisognava essere forti e determinati per portarla al termine, complimenti alle donne, che sappiamo bene avere tanta ma tanta testa.
RACHID EL MORABITY
Prima volta al Cro, cosa ci dici del percorso, del balisaggio, della corsa in auto-sufficienza?
Il Cro mi è piaciuto molto, è stata una bellissima esperienza,. Ho avuto una partenza tranquilla non avendo una grande esperienza su tracciati simili. Ho trovato un percorso ben segnalato che non mi ha dato problemi.
Per quanto riguarda i ristori, non pensavo di trovare così tanto cibo.
Il caldo per te non è un problema, come l’hai gestito?
Non ho avuto grossi problemi anche perché abbiamo incontrato tanti ruscelli dove rinfrescarci e bere.
E ora qual è il prossimo obiettivo?
Diciamo che sono molto soddisfatto di come ho gestito la gara soprattutto in vista di quello che sarà il prossimo obiettivo in Europa, la OCC a Chamonix.
Dopo il traguardo non sono mancate le polemiche, ci dai la tua versione?
Come detto son partito abbastanza piano per poi aumentare e rinvenire su Pablo, che mi sembrava un po’ affaticato, ma ho preferito non forzare e stare insieme. Non abbiamo preso nessun accordo sull’arrivo insieme, io parlo solo francese e non capivo cosa stesse dicendo.
PABLO BARNES
Pablo tu ami il caldo, quindi il clima era di quelli giusti, hai fatto una grande gara, ce la racconti?
Devo dire che mi son ritrovato con le gambe che giravano alla grande, giornata ideale, non sono mai stato al massimo, mi sono sempre gestito. Io amo il Cro e mi son divertito per quasi tutta la gara!
Dopo l’esperienza in Croazia dove ho sbagliato percorso diverse volte, ci voleva un giorno così.
E’ andata benissimo anche sotto l’aspetto alimentazione e liquidi. In tutta la gara ho solo usato gel e reintegratori.
Dopo il traguardo eri arrabbiatissimo, ci spieghi perché?
E’ difficile non arrabbiarsi quando si viene presi in giro. Dopo un po’ che correvo con Rachid e sapevamo che il distacco sul terzo era molto ampio, ci siamo parlati e abbiamo deciso di arrivare insieme.
Più di una volta Rachid fosse stato solo avrebbe sbagliato il percorso, Rachid aveva bucato il camel e io quando aveva sete gli prendevo la bottiglia dalla tascona dello zaino.
Quindi dopo queste premesse, quando siamo arrivati sul rettilineo finale, mi stavo già godendo il traguardo tagliato mano nella mano come ci eravamo detti. Invece lui, ben sapendo che io mai avrei fatto la volata, ai 200 m è partito sprintando e voltandosi ripetutamente per assicurarsi che non rientrassi.
Sono delusissimo da questo comportamento che è ben lontano dallo spirito del nostro sport, ci vorrà un po’ per smaltire la rabbia!