Un volantino capita per caso tra le mani del Presidente della Fidal di Belluno. Si tratta di una delle tante corse goliardiche presenti in Italia, la "Pineta Beer Run". Il meccanismo è semplice: un percorso ad anello di 2 km, ad ogni giro si beve una birra, il tutto per un'ora.
La cosa non piace al Presidente Imperatore (è il cognome, non un titolo), il quale invia una lunga nota al Prefetto, al Sindaco, alla ULSS, al Coni e ad altre istituzioni, rimarcando il carattere diseducativo della manifestazione, che infrange le regole Fidal e la sua carta etica. Preso atto della nota, gli organizzatori mantengono valida la corsa, sostituendo la birra con acqua e trasformandola così in una "normale" ora di corsa in circuito.
Il popolo social come al solito si divide: c'è chi avalla la decisione della Fidal, sostenendo che l'alcool sia incompatibile con il gesto sportivo; c'è invece chi rivendica il carattere goliardico dell'evento, ben lontano dai canoni agonistici imposti dalla Fidal.
Il trail runner legge stupito questa notizia, pensando ai terzi tempi nei quali la birra è l'ingrediente principale, senza eccessi pericolosi o diseducativi. È vero che l'abuso di alcool è una patologia pericolosa, ma più che in un evento goliardico andrebbe combattuta in altri luoghi e circostanze. L'intervento della Fidal sarebbe stato legittimo se la corsa fosse stata sotto la sua egida, ma una manifestazione ludico-motoria non competitiva, dal carattere chiaramente goliardico, forse avrebbe fatto a meno di questo eccessivo zelo.
Vedremo se questa linea proseguirà colpendo tutte le corse goliardiche in Italia come l'Arrancabirra di Courmayeur e il Corri e salsiccia di Prato, e magari sconfinerà in Francia impedendo lo svolgimento della famosa Maratona del Médoc, dove ai ristori viene servito dell'ottimo vino rosso; per non parlare delle decine di "Beer Mile" presenti in tutto il mondo.
Grande attenzione all'abuso di alcool sì, ma forse un po' di elasticità non guasterebbe nel rigido mondo delle federazioni.