OBIETTIVO «TRIPLETE»

Traduzione di Maurizio Scilla


RÉMI BONNET "RITORNO ALLE GOLDEN TRAIL SERIES PER VINCERLE PER LA TERZA VOLTA!"

La stagione 2023 dello svizzero Rémi Bonnet è stata caratterizzata da due acuti in particolare.

A giugno la vittoria a Chamonix nella Marathon du Mont Blanc, mentre a settembre ha battuto il record storico della Pikes Peak Ascent Race, che apparteneva a Matt Carpenter e resisteva da 30 anni.

Due volte vincitore e campione in carica delle Golden Trail World Series, quest’anno torna nel circuito mondiale con l’obiettivo di fare il tris.

In questa intervista in esclusiva per l’Italia avuta tramite l’ufficio stampa delle Golden Trail Series, ci parla dei suoi obiettivi e dei suoi potenziali rivali.

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Rémi, nel 2024 parteciperai alle Golden Trail World Series, sarai al via della Marathon du Mont Blanc, della Sierre-Zinal e delle due gare americane. Perché ritorni alle GTWS, dopo averle vinte due volte?

Ho sempre detto che finché mi divertirò, tornerò. Mi diverto e quindi eccomi qui. Ciò che mi piace di questo circuito è il livello degli atleti e il fatto di poter competere con i migliori della disciplina. Dovendo combinare lo sci in inverno e il trail running in estate, devo stare attento al mio calendario e non disperdere troppe energie, e le Golden Trail Series mi si addicono.

Ma come si fa a trovare la giusta motivazione quando si arriva da due vittorie?

È semplice: Ritorno alle Golden Trail Series per vincerle per la terza volta! Vincere davanti ai migliori atleti del mondo non ha prezzo. E poi ci sono ancora alcune gare del circuito che non ho ancora vinto e spero di centrare l’obiettivo quest’anno. Ma ciò che mi motiva di più è il confronto!

Pensi di essere il miglior atleta sulle distanze "corte" oggi?

No, sono solo stato bravo al momento giusto! È difficile dire se sono il migliore o meno. Penso che ci siano stati atleti migliori prima e che ce ne saranno altri dopo. Ma al momento mi difendo bene!

Quest'anno, se tutto va bene e se malattie e infortuni non si intromettono, affronterai finalmente Kilian a Sierre-Zinal: attendi questo momento con impazienza?

Sto cercando di non pensarci troppo. Soprattutto cercherò di prepararmi bene, farò tutto il possibile per essere pronto il grande giorno, e se lui ci sarà, tanto meglio, se non ci sarà, tanto peggio. Ci saranno comunque altri grandi nomi. Ma non c'è dubbio che una Sierre-Zinal con i migliori presenti sia una motivazione enorme.

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 L'anno scorso pensavamo che fosse il tuo anno alla Sierre Zinal, la gara di casa. Come hai superato la delusione del ritiro?

È chiaro che le cose non sono andate come previsto con quel virus che ho preso qualche giorno prima. Ma posso dire che la preparazione è stata dura, ma anche molto proficua. Ho potuto dimostrarlo nelle gare americane successive, quando ho fatto registrare ottimi tempi. Quest'anno cercherò di mettere le cose in prospettiva, di mettermi meno pressione e di correre veloce come so fare. È chiaro che punto alla vittoria! Dopodiché, se vuoi vincere, dovrai essere intorno alle 2:28, quindi se le gambe ci sono, non puoi escludere di puntare anche al tempo. Per quanto riguarda il record di Kilian, non lo so... non ci sono mai andato vicino, quindi è difficile dirlo. Ma penso che sia possibile avvicinarlo o tentare di batterlo, soprattutto se ci sarà una grande battaglia durante la gara.

Nel 2023, a differenza del 2022, sei stato sfidato da nuovi atleti, in particolare dai due keniani ma anche dal marocchino Elhousine Elazzaoui. Come affronti questa nuova pressione?

I keniani saranno avversari ostici quest'anno. Trovo che siano molto regolari e sempre in forma, cosa che non vale per tutti gli atleti. Elhousine, per esempio, lo vediamo arrivare in buona forma a uno o due eventi a stagione, ma ne perde altri in cui è meno in forma, e di conseguenza sono meno preoccupato da lui in generale. I due keniani, Patrick Kipngeno e Philemon Ombogo Kiriago, sono sempre presenti e questo dà vita a grandi battaglie. Questo mi spinge ad allenarmi ancora di più per tenerli a bada. Dopodiché non faccio troppo caso alla loro strategia, preferisco fare la mia gara. È vero che quando uno dei due non va bene, spesso l'altro prende il sopravvento, ma il trail running è soprattutto uno sport individuale e non si possono fare gare di squadra. Alla fine vince chi ha le gambe migliori. Non credo di avere nulla da dimostrare a nessuno, ho vinto le Golden due volte a mani basse e so di poterle vincere di nuovo. Ma se in questa stagione c'è qualcuno più forte di me, buon per lui, in ogni caso io non mi metto pressione.

Hai detto che la Sierre-Zinal è il tuo grande obiettivo, ma quest'anno sarai al via anche della Marathon du Mont Blanc, anche se l'hai vinta l'anno scorso. Perché ritorni?

Arriva sempre in un buon momento per me. Zegama è troppo presto, è troppo vicina alla stagione dello skialp, soprattutto quando c'è la Patrouille des Glaciers. È una gara in cui c'è sempre una grande atmosfera, è vicina a casa, ci sono gli amici e la famiglia, quindi ti fa venire voglia di farla. Mi piace la bellezza del percorso, lo scenario è sontuoso e c'è sempre un gran livello. Inoltre, anche se l'ho vinta l'anno scorso, mi son ritirato spesso: in questa gara e voglio tornarci per confermare il mio risultato.

Hai visto l'evoluzione della Golden Trail Series, come vedi il circuito oggi, e in particolare i cambiamenti con il tour asiatico e questo formato "a petalo", in particolare per la finale, che sembra aver convinto tutti l'anno scorso?

Il fatto che il Golden Tour vada in Asia è positivo soprattutto per i corridori asiatici. Dà loro la possibilità di misurarsi con i migliori e di provare a qualificarsi per la finale, il che a sua volta aiuta a far emergere nuovi corridori che altrimenti non sarebbero mai arrivati sul circuito. E questo è un bene. Ora, dobbiamo stare attenti a non aggiungere troppe gare, come abbiamo visto in alcuni circuiti in passato. A mio avviso, il punto di forza del Golden Tour è il livello di ogni evento. Aggiungendo altre gare, temo che finiremo per abbassare il livello, anche se capisco le ragioni dell'apertura al mercato asiatico e della possibilità per ogni continente di avere due gare in un'unica trasferta. Per quanto riguarda i percorsi  "a petalo", credo che effettivamente abbia convinto tutti. Non fa per me, perché mi piacciono le salite lunghe, e ovviamente con questo format non ci sono. Ma è vero che per lo spettacolo, la logistica, le dirette, è molto più semplice.

Se dovessi scegliere tra vincere le GTWS per la terza volta o vincere la Sierre-Zinal nel 2024, cosa sceglieresti?

Senza dubbi: la Sierre-Zinal! La risposta sarebbe stata certamente diversa se non avessi già vinto le Golden per due volte di seguito. La Sierre-Zinal è la gara dei miei sogni, a casa, l'unica che mi manca davvero, quindi ora è in cima alla mia lista. Ma se riuscirò a vincerla e a vincere anche le Golden alla fine, meglio ancora!

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© Martina Valmassoi