WILLIAM BOFFELLI TRA SKIALP E SKYRUNNING

Intervista di Maurizio Scilla

Il ventisettenne bergamasco di Roncobello, William Boffelli è uno dei talenti della nostra nazionale di skialp, ma ha dimostrato in questi ultimi anni di saper andare forte anche con le scarpette ai piedi. Gli allenamenti per la stagione sci alpinistica sono già partiti, noi l’abbiamo sentito per parlare di quest’anno particolare e dei suoi progetti futuri.

 

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© Philipp Reiter

 

Partiamo da quest’anno anomalo, tanti atleti si sono inventati qualcosa per trovare le motivazioni per allenarsi oppure permettersi di attuare progetti che erano nel cassetto ma mai realizzati.
Partiamo dal tuo record  al Pizzo del Diavolo di Tenda, partenza da Carona, 13 km 1900 m di dislivello per arrivare ai 2914 m di quota, hai fermato il crono in 1h35’17”, battendo il vecchio record di 1h49’49”di Davide Milesi e Michelangelo Oprandi del 2006. Che significato ha per te questa montagna e ci parli anche delle difficoltà tecniche?

Il record al Pizzo del Diavolo di Tenda non sarà di certo uno di quei record che rimarranno scritti nei libri di storia ma ha per me ha un grande valore simbolico: è la montagna simbolo della Valle Brembana, quella che da piccolo sognavo di scalare e in più il record era detenuto da Davide Milesi che è anche il mio allenatore. Per quanto riguarda le difficoltà tecniche sono tutte concentrate nella via A. Baroni, una via alpinistica che percorre lo spigolo sud-ovest della montagna con passaggi di IV grado.

 

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© David Carlier

 

È venuto poi il momento del record sull’Anello delle 13 Cime(7h50’), un tracciato di circa 37 km e 4170 m d+ con partenza a Santa Caterina Valfurva, 13 cime oltre i 3000 metri del gruppo Ortles-Cevedale, con il gran premio della montagna a quota 3769 metri del Cevedale, esperienza condivisa con il trentino Gil Pintarelli. Un percorso alpinistico che richiede ramponcini, corda, imbrago, picca, Cosa ci dici di quella giornata?

Il record delle 13 Cime invece è stata un idea un pò improvvisata all'ultimo visto che Gil Pintarelli me l'aveva proposto poche settimane prima ma ne è comunque uscita una traversata spettacolare in solitaria che ci ricorderemo entrambi a lungo. Nulla a che vedere comunque con la super performance di Robert Antonioli e Andrea Prandi che soltanto ad una settimana di distanza hanno polverizzato il nostro tempo.
In questo caso le difficoltà alpinistiche sono tutte legate all'attraversamento del ghiacciaio e ad un breve passaggio tecnico sulla Rocca Santa Caterina, sono comunque indispensabili picca, corda e ramponi.

 

Fai parte della nazionale di skialp dal 2015, quali sono gli obiettivi? Hai già centrato due top ten (decimo posto in Germania, ottavo ad Andorra) in Coppa del Mondo, punti a un podio? Questo è l’anno del Mezzalama, può essere quello buono per la vittoria dopo un secondo e terzo posto?

Quest’anno ci sono molte gare di Coppa del Mondo in Italia e centrare un podio proprio in una di queste sarebbe fantastico, tuttavia è molto difficile perché iil livello degli atleti in Coppa è altissimo e negli ultimi anni devo anche fare i conti con format di gara che spesso non si addicono alle mie caratteristiche. Per quanto riguarda il Mezzalama, è la mia gara e vincerla dopo due podi sarebbe un po’ come chiudere un ciclo, molto dipenderà anche dai compagni di squadra che avrò a fianco, vediamo, io comunque ci proverò sicuramente.

 

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Quest’anno hai vinto la Matterhorn Ultraks, 25 km con  2876 m di dislivello, gara tosta e molto tecnica, cosa ci dici ?

La Matterhorn Ultraks è semplicemente la più bella gara di Skyrunning che abbia mai fatto, percorso tecnicissimo e con un panorama mozzafiato, vincerla alla mia prima partecipazione è stata un’emozione unica. Dopo questa gara purtroppo ho ricevuto un richiamo dalla Federazione (FISI) ed il divieto categorico di partecipare ad altre competizioni. Avevo perso un po’ la motivazione e pensavo che la mia stagione con le scarpette fosse oramai conclusa, tuttavia quando si è presentata l’opportunità di partecipare alle Golden Trail Championship l’ho colta al volo.

 

Com’è stata l’esperienza ai Golden Trail Championship  alle Azzorre?

Ѐ stata per me un incredibile esperienza in un luogo, le Azzorre, magnifico, devo ammettere che non ero abituato a gare così veloci e ho patito parecchio soprattutto le parti corribili, mi piacerebbe in futuro tornare ma preparandomi decisamente meglio.

 

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© Martina Valmassoi

 

Quali sono gli obiettivi trail/skyrunning per il 2021?

Visto la pandemia in atto mi è già difficile programmare le gare per quest’inverno figuriamoci quelle per quest’estate. Sicuramente parteciperò alla AMA (Alagna Monte Rosa Alagna) e a qualche altra gara del circuito SWS (Skyrunning World Series) e alle Golden Trail Series. Una cosa è certa, voglio puntare maggiormente sulla stagione estiva rispetto agli scorsi anni visto che sono molto portato anche nella corsa. 

 

Qual è il tuo allenamento preferito? Dove ti senti forte e dove invece devi lavorare per migliorare?

Il mio allenamento preferito è uscire e stare in montagna il più a lungo possibile, che sia con gli sci o con le scarpette non importa, l’importante è fare un giro ad anello di modo da non fare mai la stessa strada. Sono forte in salita e nel tecnico mentre invece ho grosse lacune sul piano e sulla velocità pura più in generale.

 

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© Jan Nyka

 

Ti capita di sognare di vincere una gara, quale? E quale gara sarebbe un sogno vincerla?

Il mio sogno nel cassetto sarebbe vincere il Trofeo Mezzalama.

 

Se potessi disegnare un percorso gara ideale per le tue caratteristiche, di quanti km sarebbe, quanto dislivello e quali difficoltà?

Il mio percorso ideale sarebbe tutto in salita e discesa, con passaggi a fil di cresta e poi giù a rotta di collo per canaloni e nevai. Il dislivello e la lunghezza non importa, basta che però escono  almeno due ore di gara e che il giro abbia un “senso”, ovvero non su e giù come criceti solo per fare dislivello o km.

 

Vivi in provincia di Bergamo, come hai vissuto quei terribili mesi di questa primavera?

Li ho vissuti con la paura e l’angoscia, ho perso mio nonno e temevo anche per la salute di mia mamma che lavora in ospedale. Spero solo di non rivivere più quei terribili giorni.


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